Alvaro pombo
Álvaro Pombo, nato a Santander (Cantabria) nel 1939, è uno scrittore contemporaneo che negli ultimi anni ha raggiunto una grande notorietà grazie ai suoi romanzi. All’inizio della carriera è rimasto relativamente in ombra, secondo alcuni a causa di opere incentrate esclusivamente sulla tematica dell’omosessualità, ma poi, nei primi anni del21esimo secolo, è emerso come uno degli scrittori spagnoli più apprezzati, conquistando numerosi e ambiti premi letterari, assicurandosi così l’ingresso nella Real Academia Española, avvenuto nel 2004[1].
Laureato in Lettere e Filosofia (sezione Filosofia) presso la Universidad Complutense di Madrid, ha trascorso i primi anni della sua formazione in una Spagna divisa tra franchismo, quindiassoggettata alle idee restrittive, omofobe ed antilibertarie della dittatura, e gli amari sviluppi della Guerra Civil, che hanno influenzato ogni aspetto della vita culturale ed intellettuale spagnola per molto tempo. Queste circostanze storico-sociali hanno influito profondamente sulla vita narrativa di Pombo e la sua opera si presenta come il riflesso del passaggio da una dittatura Nazional -Cattolica ad una democrazia che gli ha permesso di dare libero spazio ad idee che nell’epoca di Franco non avrebbe potuto esprimere.
Dal 1966 al 1977 ha vissuto a Londra, dove ha conseguito il Bachelor of Arts in filosofia presso il Birkbeck College, per poi tornare in patria nel pieno periodo di Transición verso la democrazia. In questi anni londinesi hanno visto la luce le sue primeraccolte di poesie, Protocolos (1973) e Variaciones (1977). Entrambe hanno avuto un discreto successo di pubblico, ma sono passate in secondo piano quando Pombo ha iniziato a pubblicare i suoi romanzi, per i quali ha raggiunto la fama letteraria che oggi ha. Si tratta di un fenomeno evidenziato anche da José Antonio Marina nel prologo di Protocolos:
[...] El éxito de lanarrativa de Álvaro Pombo ha hecho que su poesía pase sigilosamente, casi de puntillas, de incógnito, por el paisaje literario español. Un fenómeno injusto a todas luces, porque se trata de una obra brillante e innovadora, que contiene, además, la clave del resto de su literatura.[2]
Quest’esperienza londinese ha permesso a Pombo sia di scappare dalla schiacciante ansia sociale causatadall’opprimente dittatura franchista, sia di portare nella sua Spagna la visione di un outsider conscio degli aspetti socio- culturali della Penisola Iberica.
Nel Regno Unito lo scrittore ha anche potuto fare esperienza e vivere in prima persona la propria omosessualità. Anche se negli anni 70 in Gran Bretagna le leggi anti-omosessuali erano ancora vigenti, la realtà inglese non avevaniente a che fare con la Spagna della stessa epoca, dove comportamenti ritenuti “degenerati” portavano addirittura alla reclusione in campi di concentramento, come quello di Huelva.
Non è infatti un caso che gli anni londinesi siano spesso definiti dagli studiosi di Pombo come un vero e proprio esilio; lo stesso autore, in un’intervista privata rilasciata nell’Aprile del 2007 allo scrittoreArturo Arnalle, ha dichiarato di aver abbandonato la patria a causa delle persistenti molestie della polizia madrilena.
Il rientro in Spagna è stato segnato dalla pubblicazione della sua prima collezione in prosa: Relatos sobre la falta de sustancia (1977). Si tratta di una raccolta di venti racconti che si incentrano principalmente sul motivo filosofico dell’inautenticità dell’essere esulla mancanza di libertà dei suoi personaggi che finisce, quasi sempre, per trasformarsi in un incolmabile vuoto interiore. Lo stesso Pombo, in un’intervista con Gregorio Morales Villena, evidenzia quello che sarà uno dei motivi conduttori di tutta la sua poetica:
“Todos los problemas de mis personajes son problemas de interior, es decir que non quieren salir de fuera […]”[3]...
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