Arancia Meccanica
Così scrive Anthony Burgess (1) in un lettera inviata al “Los Angeles Times” il 21
febbraio 1972:
Ho visto A Clockwork Orange di Stanley Kubrick a New York: per entrare ho dovuto fare a gomitate come tutti gli altri. Mi è parso che lo spettacolo meritasse tanta ressa: è in tutto e per tutto un film di Kubrick, tecnicamentebrillante, arguto puntuale, poetico, capace di schiudere allo spirito nuove prospettive. Sono riuscito a guardare il film come una totale ricostruzione del mio romanzo, e non come una semplice interpretazione; non è azzardato affermare che si tratta dell’Arancia Meccanica di Stanley Kubrick, e questo è il più grande omaggio che io possa rendere alla maestria del regista.
Ma resta ilfatto che il film è nato da un libro, e ritengo che alcune osservazioni sul film inevitabilmente mi riguardino. In termini filosofici, nonché teologici, l’arancia di Kubrick è frutto del mio albero (2).
Effettivamente la trasposizione su schermo del romanzo è una delle operazioni di
questo genere meglio riuscite nella storia del cinema. Sono innumerevoli i casi simili,°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
1) Nato a Manchester il 25 febbraio 1917 e morto a Londra il 22 novembre 1993 fu, oltre che narratore, anche critico letterario. Affrontò sempre con un taglio ironico le problematiche della società contemporanea ricevendo contemporaneamente consensi per l’indubbia maestria linguistica ma anche critiche per le posizioni ideologiche e morali assunte assunte. Tra le opereprincipali: Letti in Oriente (1959); Un’arancia a orologeria (1962); Gli strumenti delle tenebre (1980); Il regno del vizio (1985); La vita in fiamme (1986).
2) Lettera di Anthony Burgess al Los Angeles Times in appendice a A. Burgess, Arancia meccanica, Torino, Einaudi, 1996, pag. 221, traduzione italiana a cura di F. Bossi.
ma poche volte come in questo caso il film è altrettantovalido esteticamente quanto
l’opera letteraria di riferimento, riuscendo a non travisarla, non diminuirne la portata
artistica e contemporaneamente essendo un’opera altra, dotata di una propria
legittimità ed autonomia (3). Addirittura si può dire che romanzo e film sono ormai
strettamente legati, così che nella lettura il lettore non può fare a meno divisualizzare
mentalmente –se ha visto il film- fatti e personaggi così come appaiono rappresentati
da Kubrick.
Per questo motivo, anche se il presente lavoro prende in esame il film, non si può
prescindere da una breve disamina delle istanze alla base del romanzo e delle
motivazioni che hanno portato Kubrick a farlo proprio in quel determinato momento
della suavicenda artistica e umana.
Quando il film uscì nel 1971 venne, come vedremo, miopemente accusato di
fascismo. Se una sua analisi esegetica è più che sufficiente a smentire tale accusa, la
contestualizzazione del romanzo di Burgess dal quale deriva è la conferma della
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3) Altri esempi di simili felici trasposizioni daromanzo a film potrebbero essere: Il Gattopardo (1963) di Luchino Visconti dal romanzo omonimo del 1958 di Giuseppe Tomasi di Lampedusa ; Il Giardino dei Finzi-Contini (1970) di Vittorio de Sica tratto da Giorgio Bassani del 1962; Lolita (1962) dello stesso Kubrick tratto da Nabokov del 1955 e infine, ma la lista non è ovviamente esaustiva, la trilogia de Il Signore degli anelli (2001) di Peter Jacksondalla monumentale opera di Tolkien degli anni ’50.
superficialità di simili opinioni, alcune anche di fonte autorevole (4).
Il romanzo esce nel 1962 in Gran Bretagna con il titolo A Clockwork Orange (5).
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In Italia uscì nel 1969 con il titolo Un’arancia a orologeria; nel 1971 in seguito al
successo del film venne ripubblicato con lo stesso titolo di...
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