Autonomie in musica

Páginas: 165 (41228 palabras) Publicado: 29 de diciembre de 2010
Musica e autonomía

Percorsi musicali antagonisti nell’Italia della Rivoluzione possibile
( Giuseppe Maio)

...Dal 1977 due cd-rom d’oro identici, i Golden Phonograph Record, , viaggiano nello spazio a bordo dei Voyager 1 e 2, alla ricerca di occhi e orecchie “aliene”. Dopo l’uscita dal sistema solare e il distacco dal centro di comunicazioni, i Voyager si dirigeranno verso altri sistemisolari, con traiettorie divergenti. Voyager 1, tra 40.000 dei nostri anni, sarà in vista dell'Orsa Minore, Voyager 2 sfiorerá la costellazione di Andromeda, passando a 1,7 anni luce da una stella minore della costellazione, “Ross248”, nome attraente in italiano per una grossa minoranza di quegli anni. Ma non preoccupatevi, niente a che vedere con la politica. Il fortunato starman che lo intercettiavrá cosí il piacere, oltre che di conoscere il sistema periodico degli elementi terrestri, di ottenere altre informazioni chiave sul nostro ciclo biologico e sulla posizione del nostro pianeta. Se dotato dei codex audio-visuali necessari, potrá crearsi un bell’album con le immagini incluse, tra cui la sede delle Nazioni Unite, il Taj Mahal, scene alimentari, un elefante, un coccodrillo, una scuolagiapponese, una foto di famiglia, un supermercato, un’autostrada, una foto di Oxford, ecc. Per finire, ascoltarsi un messaggio di auguri tradotto in 55 lingue, una galleria di rumori, tra cui terremoti, tuoni, vulcani in eruzione, treni, automobili, un bacio, sí, un bacio, e world music della piú svariata: Bach, Beethoven, Stravinsky, e poi musica nuziale peruviana, Armstrong, Chuck Berry, uncanto aborigeno, una canzone d’iniziazione di una ragazza pigmea, e altro ancora. Dopo aver ascoltato l’introduzione, a cura di Kurt Waldheim e Jimmy Carter, all’epoca rispettivamente segretario delle Nazioni Unite e presidente degli Stati Uniti, che recita tra l’altro: "Questo è un regalo da un piccolo mondo lontano, una selezione dei nostri suoni, della nostra scienza, delle immagini, della musica,dei nostri pensieri e dei nostri sentimenti. I nostri tentativi sono orientati a sopravvivere al nostro tempo e così potremmo vivere nel vostro. Noi speriamo che un giorno, dopo aver risolto i problemi che ora c’impegnano, potremo aggiungerci ad una comunità di civiltà galattiche...”, al nostro multimediale alieno non resterá che pensare a una razza superiore e americana, il cui uso “politico”dei suoni e delle immagini potrebbe interpretarsi come: a) dominio sulla natura, sulla scienza e sulle persone; b) presunto e presuntuoso potere di rappresentanza di tutto il pianeta in questione; c) una certa ebrezza mistico- finanziaria per la missione di civilizzazione culturale insita nel messaggio. A questo punto gli resteranno due opzioni: scrivere una bella letterina di protesta, chearriverebbe dopo qualche altro anno-luce, denunciando l’ommissione di foto dei movimenti del ’77, normalmente di Tano D’Amico, di quella canzone che parlava di zingari felici, o quell’altra dei mitra lucidati. Oppure, incazzato come un troll, cominciare a pianificare l’aggressione a questo provinciale pianetino coi raggi gamma o delta, per rimettere ordine nell’universo offeso dalla superbia dei mittenti.2

Memoria biologica
Alla fine dell‘81 suoniamo in un gruppo, siamo in tre, Rosy, Danilo e il sottoscritto. Bella coppia di compagnucci loro, tra l’hippie e il rock-industriale d’avanguardia, mutanti-fumetto sembriamo usciti da un Frigidaire. Tra “znort” alla Rank-Xerox, da Cannibale al Male, Zanardi lo ridiamo come pazzi. Ascoltiamo Alan Vega, Martin Rev, ma anche Throbbing Gristle, JoyDivision, i gruppi 4AD e un mare di altre cose. Suoniamo in una grande sala spoglia e scura di un deposito abbandonato a Pietralata, a lato di un magazzino di scenografie teatrali, non ricordo il nome. Non ci ho visto mai nessuno lavorare, eppure é attivo, forse non coincidiamo con i loro orari. Danilo e Rosy, tutti sorrisi innamorati, lui con la sua Fender, lei al basso, io alle tastiere, un...
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