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LUIGI XIV E LA FRANCIA DEL SUO TEMPO – P.R. CAMPBELL

Nel 1648, con la pace di Westfalia, la Francia usciva vittoriosa dalla guerra dei Trent’anni, soprattutto dal punto di vista territoriale: i suoi confini, infatti, vennero rafforzati dall’acquisizione dei vescovati di Metz, Toul e Verdun e di parte dei territori dell’ Alsazia. Tuttavia dal punto di vista economico, la Francia, distruttadalla guerra, si trovò in bancarotta sebbene la sua situazione fosse decisamente meno grave di quella spagnola. Oltre che dai problemi causati dalla guerra, la Francia di Luigi XIV era dilaniata anche da disordini dovuti alla particolare organizzazione del paese: infatti, molte delle regioni francesi mantenevano il loro assetto medievale e le loro franchigie. Tra queste, i pays d’èlections eranocontrollati da un funzionario reale, mentre i pays d’ètats da assemblee rappresentanti i tre stati sociali. Un altro elemento di disordine era costituito dalle rivolte popolari scoppiate tra il 1630 ed il 1650 in seguito all’aumento delle imposte e ad un’ epidemia di peste che generarono miseria e malcontento tra la popolazione. L’evento che portò la Francia sull’orlo del collasso fu la guerra civiledella Fronda, combattuta ad intervalli tra il 1648 ed il 1653, e che comportò una grave crisi finanziaria superata tramite una maggiore pressione fiscale esercitata da appaltatori d’imposte e finanzieri (chiamati traitants o partisans).

Per comprendere a fondo quelli che furono i limiti imposti al potere di Luigi XIV bisogna rivolgere l’attenzione all’economia ed alla società della Francia delsuo tempo. E’ impossibile, innanzitutto, tracciare un quadro demografico preciso della popolazione francese del periodo a causa dell’inattendibilità delle fonti; sappiamo però che caratteristica peculiare dell’epoca è una certa mobilità sociale, ovvero la possibilità per alcuni gruppi del terzo stato (borghesi e contadini abbienti) di acquistare titoli nobiliari.

Per quel che concernel’economia, invece, già dai primi anni del regno di Luigi XIV la situazione peggiorò sensibilmente a causa del crollo della produzione e del conseguente aumento dei prezzi, accompagnato dall’arretratezza agricola della Francia. Tra l’altro, non vi erano delle industrie vere e proprie, ma soltanto dei raggruppamenti in un medesimo luogo dei lavoratori di uno stesso settore. Un grave problema dell’economiafrancese consisteva nella scarsità della circolazione del denaro e nel ristagno dei commerci: la maggior parte delle merci, infatti, veniva pagata tramite cambiali e lettere di credito tra i mercanti, mentre presso i contadini veniva ancora impiegato il metodo del baratto.

Nella Francia di Luigi XIV avevano grande importanza i privilegi, poiché erano considerati garanti dell’ ordine pubblico;il primo stato, ovvero il clero, difendeva la propria esenzione dalle tasse per via del suo ruolo spirituale, ma, d’altro canto, anche la nobiltà difendeva il proprio prestigio e riteneva di dover esser privilegiata per il suo ruolo di difesa della nazione e la sua tradizionale virtù. Ed anche il signore, nelle campagne, godeva di diversi privilegi, quali il diritto al dieci per cento dei raccolti,diritti di caccia ed il diritto ad amministrare la giustizia. Altro grave problema della Francia fu il vagabondaggio, fenomeno largamente diffuso all’epoca.

Per quanto riguarda l’ambito finanziario, la monarchia aveva sostanzialmente cinque possibilità di incrementare le proprie entrate: gli incassi del demanio reale, le imposte dirette, come la taille (tassa su case e terreni), quelleindirette, i prestiti e la vendita delle cariche nobiliari. Le ingenti somme di denaro venivano riscosse dagli appaltatori d’imposte e frequenti, pertanto, erano le rivolte tra la popolazione; quello di Luigi XIV era quindi un sistema caratterizzato da abusi e vessazioni. Tra l’altro, durante i periodi di guerra e carestia le imposte aumentavano e ciò causava l’ira della popolazione, non tanto nei...