Fiammetta s'innamora di panfilo
Fiammetta é in una chiesta dove si sta celebrando la pasqua.Osserva poco gli altri ma é osservata da molti,cosí crede che la sua bellezza catturi gli altri,invece la bellezza di un giovane poggiato ad una colonna di fronte a lei cattura lei.
Afferma che, secondo il suo giudizio, il quale non era ancora assoggettato dall’amore, egli era bellissimo nell’aspetto e decoroso negli atteggiamenti.una barba crespa che da poco copriva le sue guance, dava segno evidente della sua giovinezza.
Ed essendo l’immagine del suo aspetto già impressa nella sua memoria, la contemplava dentro di sé e,contenta di essere guardata da lui,a volte guardava discretamente se lui ricambiasse i suoi sguardi.
Ogni volta che lo osservava,pensava che anch'egli vedesse in lei ció che lei vedeva in lui.
Da quelmomento in poi Fiammetta pensó di piacergli.
Mentre io rimango in questo stato,osservando poco gli altri ed essendo spesso osservata da molti,credendo che la mia bellezza catturasse gli altri,accadde che l’altrui bellezza catturò me rendendomi misera.Ed essendo ormai prossima al momento doloroso il quale doveva essere motivo di sicurissima morte oppure di una vita oltremodo angosciosa mossa nonso da quale sentimento,dopo aver sollevato gli occhi con il dovuto decoro,li diressi con sguardo attento in mezzo alla moltitudine circostante dei giovanin e dietro tutti gli altri vidi un giovane in una posizione direttamente opposta alla mia,solo ed appoggiato ad una colonna di marmo e,cosa che non avevo ancora fatto nei confronti di nessun altro,mossa da un destino inesorabile, cominciai adapprezzare dentro di me lui e i suoi modi.Affermo che,secondo il mio giudizio,il quale non era ancora assoggettato dall’amore,egli era bellissimo nell’aspetto e decoroso negli atteggiamenti e una barba increspata che da poco copriva le sue guance,dava segno evidente della sua giovinezza e con un atteggiamento tanto adatto a ispirare comprensione quanto cauto mi osservava guardando tra una persona el’altra.Certamente io ebbi la forza di distogliere per un po’ lo sguardo da lui,ma nessun altro avvenimento potè distogliere il mio pensiero dal considerare le altre qualità già ricordate del giovane.Ed essendo l’immagine del suo aspetto già impressa nella memoria,la contemplavo dentro di me con non so quale segreto piacere e avendo confermato come vere le impressioni che si erano in me formate aproposito di lui,come se avessi avuto più prove, contenta di essere guardata da lui,a volte guardavo discretamente se lui ricambiasse i miei sguardi.Ma ogni volta che io,senza stare in guardia dalle trappole d’amore,lo osservai,tenendo i miei occhi fissi un po’ più del normale nei suoi,a me sembrò di riconoscere in essi parole che dicevano:«O donna,tu sola sei la nostra beatitudine».Certo,se iodicessi che esse non mi fossero piaciuteio mentirei;al contrario,mi piacquero tanto che esse fecero uscire dal mio cuore un dolce sospiro,il quale veniva fuori con queste parole:«E voi siete la mia beatitudine».
Se non fosse che io,ricordandomi del mio stato,vietai al sospiro di pronunciarle.Ma a cosa servì?Quello che non veniva espresso,il cuore lo comprendeva da solo,trattenendo dentro di sé ciòche,se fosse uscito,mi avrebbe forse lasciata ancora libera.Quindi,concedendo da questo momento in poi maggiore libertà ai miei occhi folli,io li rallegravo con quel bene di cui essi erano già divenuti desiderosi e certamente,se gli dèi,i quali indirizzano tutte le cose verso un fine prestabilito, non mi avessero tolto il discernimento,io avrei potuto ancora essere padrona di me stessa,ma avendorelegato all’ultimo posto ogni riflessione,assecondai il desiderio,ed immediatamente divenni idonea a poter essere catturata.Da quel momento in poi in me non ebbe forza alcun pensiero,se non quello di piacere a lui.
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All'amore è ispirata la maggior parte delle novelle del Decameron. Tre intere giornate (III, IV e V) sono dedicate a questo tema. L'associazione donne - amore è esplicita fin...
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