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«Ora 30mila famiglie sono senza rimborso»
Le imprese falliscono e gli acquirenti restano senza gli acconti versati. La normativa imporrebbe la garanziafideiussoria da parte del costruttore: «Inapplicata»
Secondo i suoi detrattori è l'ennesima dimostrazione di unrefrain antico, iscritto – a ben vedere – nel corredo cromosomico del Paese. Identitàcollettiva o semplice sottobosco di elusione e malcostume, la traduzione che ne deriva sarebbe la seguente: «Fatta la legge, trovato l'inganno». L'impianto normativo materia del contendere è la legge210/04, cui ha fatto seguito un decreto legislativo che disciplina i diritti patrimoniali degli immobili in costruzione. Un fiore all'occhiello – si presume da allora – per tutelare gli acquirenti diimmobili (famiglie) che, anticipando al costruttore quote consistenti del prezzo della casa, si fossero trovati senza garanzie in caso di fallimento dell'impresa edile.
LO SCHEMA LEGISLATIVO – Quellalegge – animata da intento bipartisan – sembrava aver colmato un preoccupante vuoto normativo. E tutelava ex-post oltre 12mila famiglie (quante le segnalazioni arrivate alla Consap, concessionariaservizi assicurativi pubblici) frodate per una cifra-monstre di circa 778 milioni di euro tra il 1993 e il 2005 (dati Scenari Immobiliari). Il testo licenziato dal Parlamento e tuttora in vigore prevede:1- l'obbligo per l'impresa di costruzione di una fideiussione pari agli importi incassati a titolo di anticipo per l'acquisto di un'abitazione; 2- L'obbligo di assicurare gli immobili contro vizi edifetti di costruzione per i dieci anni successivi (la polizza postuma decennale).
IL PIANO PRATICO – Ebbene, denuncia Assocondomini, si tratterebbe di una legge applicata soltanto nel 30% dei casi. Dipiù: il numero delle famiglie coinvolte nelle oltre 7mila procedure fallimentari di imprese (dati Cerved) negli ultimi cinque anni (retaggio della Grande Crisi dell'edilizia) sarebbe non inferiore...
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