Io Non Ho Paura

IO NON HO PAURA – Niccolò Ammaniti

“Io non ho paura”, la la frase ripetuta con insistenza dal bambino protagonista del romanzo, dà il titolo a una delle opere più famose di Ammaniti. Una frase che illustra la lotta interna del ragazzo: la voglia di affrontare le proprie paure e allo stesso tempo di fuggire da queste perché le teme. Una tensione interiore che accompagna il bambino verso unnuovo periodo della sua vita.

Lo scrittore romano Niccolò Ammaniti, nato nel 1966, è stato uno degli esponenti più importanti della "Gioventù Cannibale", la corrente più truculenta nella narrativa italiana. A suo padre Massimo, psichiatra, docente di Psicopatologia generale alla Sapienza e uno dei personaggi più influenti dell'intellighenzia romana, deve l'incoraggiamento a scrivere e il tema piùricorrente della sua prosa: il comportamento deviante con cui a volte ci spaventano certi esseri umani. Con lui ha scritto a quattro mani il saggio d'ispirazione profetica "Nel nome del padre", sui problemi dell'adolescenza, che ha servito come preparazione al suo primo libro come solista, “Fango”, una raccolta di racconti di orrore, a cui hanno seguito tra altri, “Branchie”, “Ti prendo e tiporto via” e soprattutto, “Io non ho paura”, che ha fatto Ammaniti consciuto fra il grande pubblico.

La trama narrativa di questo romanzo è abbastanza semplice: un’unica vicenda vista parallelamente con gli occhi del protagonista, il bambino di nove anni Michele Amitrano, e con quelli degli adulti. La storia è ambientata nell'estate del 1978 ad Acqua Traverse, una piccola frazione sperduta nellacampagna, in cui i grandi restano dentro casa per il caldo e i bambini giocano nei campi di grano. In una corsa verso la vetta di una collina, l'ultimo arrivato deve affrontare, per penitenza, l'entrata in una casa abbandonata, che ha sempre incusso paura. Michele si offre per far la penitenza al posta di una sua amica e nella casa scopre per caso un terribile segreto, del quale non avrebbe maidovuto avere notizia: nascosto in un bucco si trova Filippo, un ragazzo rapito dai genitori di Michele, con cui a poco a poco instaura un rapporto di amicizia. Comunque Michele non riesce a tener nascosto il suo segreto, e si confida con il suo migliore amico, Salvatore, che lo tradisce. Michele è sconvolto: dopo essere scoperto gli è stato ordinato di non andare mai più a trovare Filippo, ma nonriesce a far altro che pensare a lui. Una notte, dopo avere saputo che Filippo sarebbe ucciso, decide di andarlo a liberare. Il ragazzo ha successo, ma rimane ferito nel nascondiglio. Allora arriva suo padre, che non lo riconosce e gli spara alla gamba. Mentre arriva un elicottero, il ragazzo vede solo buio....

Bambini e adulti

I due amici, Michele e Filippo, entrambi di nove anni, diventano idue personaggi principali del romanzo. Il piccolo Michele è un bambino generoso, altruista e coraggioso che aiuta il suo amico rapito senza pensare alle possibili conseguenze. Certo che ha paura, ma ciononostante, non ha il minimo dubbio su ciò che è bene e su come agire. Nel corso del romanzo assistiamo alla sua maturazione, alla scoperta di sè stesso e alla consapevolezza della vita adulta:lestreghe, i lupi mannari e l’uomo nero non sono altro che le stesse persone che gli stanno accanto, trasformate dal denaro.

Filippo, il bambino rapito, è un ragazzino di buona famiglia che viene aggredito mentre esce da scuola nella città di Pavia. Fin dall'inizio, viene trattato come un animale, un essere ripugnante e spaventoso. Solo il coraggio di Michele riuscirà a ridargli la dignità di unessere umano. Anche Filippo utilizza la forza della sua fantasia per non essere del tutto travolto dalla violenza di cui è vittima. Filippo deve crearsi un mondo fantastico che fornisca un senso a quello che gli sta succedendo. Il rapporto che si instaura tra Michele e Filippo diventa, in una situazione così drammatica, una grande amicizia e un legame molto forte.

Oltre i due bambini, ci sono...