Johanesburg
Memorandum di Johannesburg 2002
Uno sviluppo sostenibile
La Conferenza delle Nazioni Unite su ambiente e sviluppo di Rio de Janeiro (1992) segnò uno spartiacque storico lanciando l'idea di «sviluppo sostenibile» come nuovo nome del progresso. Quest'anno si terrà a Johannesburg (Sudafrica, dal 26 agosto al 9 settembre) il
Vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile,che si propone di colmare il divario esistente nell'attuazione di quanto venne a suo tempo deliberato, mediante la presentazione di iniziative concrete. Esso riunirà migliaia di partecipanti, tra i quali capi di stato e di governo, leader economici e rappresentanti della società civile, per promuovere lo sviluppo
sostenibile.
In preparazione e come contributo al Vertice, un gruppo di 16ricercatori, intellettuali e
manager espressione di un diversificato ambiente culturale (Nord, Sud, ONG, scienza,
politica ed economia), coordinato da WofgangSachs del WuppertalInstitut sotto l'egida della Heinrich Bóll Foundation, ha elaborato un Memorandum per il Vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile, che affronta organicamente il problema del rapporto tra ecologia e giustizia. Ne proponiamo, pergentile concessione dell'EMI, editrice italiana del Memorandum, la Parte 5, Governo per l'ecologia e la giustizia, centrata sui cambiamenti istituzionali necessari a livello internazionale per rafforzare i diritti civili, sociali e ambientali, condicio sine qua non dello sviluppo.
The Jo'burg-Memo. Il Memorandum di Johannesburg per il Summit mondiale sullo sviluppo sostenibile, EMI, Bologna2002, pp. 73-105.
Non c'è un solo modo di costruire la società mondiale, così come non c'è stato un solo modo di costruire le nazioni. Le società nazionali, che un tempo si sono formate integrando unità sociali più piccole come città, contee o tribù, hanno assunto la forma di dittature, regni e democrazie. Allo stesso modo la creazione della società globale, che integrerà unità più piccole come statinazionali, organizzazioni della società civile e imprese private, assumerà senza dubbio forme differenti. Comunque, l'assetto della società globale, i suoi ideali dominanti, i suoi vincitori e perdenti saranno frutto di innumerevoli dibattiti, visioni contrastanti e prolungate lotte di potere. Oggi la battaglia è in corso. Luoghi come Seattle, Porto Alegre o Davos sono diventati simboli di unaprova di forza tra settori della società globale con interessi, visioni e retroterra culturali in conflitto.
Quale tipo di globalizzazione è desiderabile? Questa è la domanda chiave venuta alla ribalta all'inizio del XXI secolo. Questo Memorandum è un piccolo tentativo di contribuire a questa domanda che il mondo intero si pone. Il processo di globalizzazione è spinto da due molle. La prima è latecnologia, che ha incrementato la connettività tra persone molto distanti. Gli aerei ci portano in luoghi remoti, la televisione ci porta in casa eventi lontani, Internet ci introduce in uno spazio a misura planetaria ma privo di distanze, i satelliti ci trasmettono dallo spazio fotografie della Terra.
Nel bene e nel male, le attuali generazioni fanno esperienza del mondo in tempo reale e adistanza zero. Questa svolta epocale nelle infrastrutture e nelle coscienze è irreversibile. Farà parte della condizione umana del secolo a venire.
La seconda molla è l'ondata ventennale di deregolamentazioni, privatizzazioni e liberalizzazione dei flussi di capitali e del commercio globale, e le politiche di crescita fondate sulle esportazioni, seguite al crollo del regime di cambi fissi deciso aBretton Woods nel 1971. Il Fondo monetario internazionale (FMI) e l'Organizzazione mondiale del commercio (OMC/WTO) sono i perni di questo processo.
Noi crediamo che questi due fenomeni debbano essere trattati separatamente. L'assunto centrale dell'ultima parte del Memorandum è che la connettività globale non implica necessariamente l'imperativo del dominio neoliberale. Al contrario, lo spazio...
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