Literatura

Il quadro giuridico delle unioni civili in Spagna

di Romolo Romano

Natura, disposizioni di legge e giurisprudenza.
Molteplici studi in dottrina, proposti da sociologi e giuristi, hanno analizzato l’opportunità di rinnovamento ed adeguamento dei sistemi giuridici esistenti con i ricorrenti mutamenti in atto nella società. Un esempio paradigmatico di questo fenomeno può essere trovato nellecosiddette “unioni di fatto”, dette anche unioni non-coniugali o extraconiugali, contrassegnate dalla convivenza stabile tra due persone, nel ambito di un vincolo d'amore analogo al matrimonio.
Trattare di coppie stabili non sposate vuol dire far riferimento ad una situazione di convivenza quotidiana con efficacia permanente, creando tra i conviventi, uniti sentimentalmente, uno spazio comune diinteressi e di finalità, all'interno di un “nucleo comune”, con l’intento di coloro che ne sono soggetti a non doversi sottomettere a norme prestabilite che potrebbero implicare la loro libertà di scelta. Il quadro normativo in Spagna, fino a poco tempo fa, era stato contrassegnato da una lacuna degna di nota, che scaturiva dal carattere inevitabilmente illegale di queste unioni: essendo questauna conseguenza dovuta alla natura tradizionale prevalsa fino a poco tempo fa sia in Spagna sia in altri paesi europei, con radici profondamente cattoliche come il nostro paese, dove era presente la mancanza di qualsiasi norma previa che regolasse queste “unioni di fatto”.
Va ricordato altresì che né la Costituzione spagnola, che comprende tra i suoi principi di tutela quello della famiglia, né ilCodice civile spagnolo, faceva riferimento alle unioni di fatto, essendo queste fedele riferimento del carattere recente di questo nuovo fenomeno sociale. A smuovere questo sistema di stasi e di vacatio iuris sono state le diverse Comunità Autonome che, negli ultimi anni, si sono rese consapevoli della deliberazione di norme al riguardo, raccogliendo gli aspetti essenziali di questo nuovo fenomenosociale e trasformandoli in prerogative basi per l’iscrizione nel Registro delle unioni di fatto istituito poi presso il Ministero della Giustizia, che ha previsto l'istituzione di accordi di convivenza tra individui, assimilandolo a tutti gli effetti al matrimonio seppur con alcune limitazioni.
E’ stato proprio grazie all’apporto delle istituzioni regionali che hanno poi migliorato lalegislazione civile, ai sensi dell'art. 149.1.8 della Costituzione spagnola, e che ne hanno tracciato gli elementi base da analizzare poi più diffusamente a livello nazionale. Per esempio, la Legge sulle coppie di fatto deliberata in Aragona, nel 1999; o la Legge sulle unioni di coppia stabilita nella Comunità catalana, del 1998, che comprende aspetti quali i diritti dei conviventi sulla morte, larappresentanza, la tutela, gli alimenti o gli effetti patrimoniali, o anche aspetti di natura puramente ereditaria. In ogni caso, al di là delle caratteristiche comuni, il regolamento proposto da tali norme è caratterizzato da una grande diversità. Così come la Legge sulle unioni di fatto prevista dalla Legge regionale andalusa, del 2002, che stabilisce ad esempio una disposizione ad hoc, di cuiall'articolo 16, per il caso in cui uno dei conviventi sia stato colpito da tossicodipendenza.
Insieme a questi accordi regionali sono state introdotte riforme specifiche al interno della legislazione spagnola in risposta ad un fenomeno crescente delle unioni di fatto. Un buon esempio è quanto previsto dall'articolo 174 della Legge n. 40/2007, che ha modificato la Legge in materia di previdenza sociale,concedendo al convivente superstite di una coppia non sposata, ma in possesso di un diritto soggettivo, alla possibilità di poter beneficiare della pensione di “vedovanza”, invocando l’eccezione che il rapporto di unione sia durato almeno cinque anni e che la propria posizione economica sia relativamente precaria - meno del 50% - o che in termini assoluti si percepisce meno di una volta e mezzo...