Maspalomas como reserva natural especial

Salvaguardia del sistema maritimo-terrestre.
Relazioni fra la Convenzione di Barcellona e la legge delle coste spagnola, con un esempio “Las Dunas de Maspalomas”.

Laura María González de Ángel / Ovidia Rosa Peñate León.

Introduzione
Questo documento parla sull’abuso e il male stato di conservazione del Mar Mediterraneo, e di como nel trattato della “Convezione di Barcellona” si trovanosoluzioni a questa problematica, allo stesso modo, abbiamo anche spiegato come la legge delle coste della Spagna è responsabile non solo della protezione costiera ma anche facendo la costa come uno spazio pubblico per il divertimento di tutti adottando cosi il protocollo sulla gestione integrata delle zone costiere del Mediterraneo. Per finire discuteremo di un parco protetto, entro i limiti dellecoste "Las Dunas de Maspalomas” e come si applica la legge su questo parco. Per il svolgimento di questa ricerca abbiamo usato i successivi documenti: La Convenzione di Barcellona, la legge di coste spagnola 22/1998 e il “plan director* de la reserva natural especial de Las Dunas de Maspalomas”. * Il “Plan Director” è un piano che regola l'amministrazione, la gestione e la ordenazione dello spaziodel parco protetto.

Convenzione di Barcellona
La convenzione delle Nazioni Unite per la salvaguardia del Mar Mediterraneo Nel 1975, sedici paesi del Mediterraneo e la CEE hanno adottato il Piano di Azione per la protezione e lo sviluppo del Mediterraneo “Mediterranean Action Plan” (MAP), il primo accordo regionale sotto l'egida delle Nazioni Unite per l'Ambiente “United Nation EvironmentProgramme” (UNEP). Il quadro giuridico del MAP, adottato nel 1976, la Convenzione per la protezione del Mar Mediterraneo dall'inquinamento (Convenzione di Barcellona) ed i suoi primi due protocolli, progettate per soddisfare le MAP: 1. Protocollo per la prevenzione dell'inquinamento provocato dallo scarico di navi e di aeromobili (Dumping Protocol o immersione). Modificato nel 1995, non è entrato invigore.

2. Protocollo relativo alla cooperazione nella lotta contro l'inquinamento in situazioni di emergenza causate da idrocarburi e altre sostanze nocive ("Emergency Protocol"). Sostituito nel 2002, in vigore dal 2004. Successivamente ci sono state successive riunioni delle parti che hanno adottato i seguenti protocolli il cui status giuridico è il seguente: 1. Protocollo sulla protezione delMediterraneo dall'inquinamento marino e terrestre (LBS Protocol). Adottata nel 1996, in vigore dal 2008.

2. Protocollo sulle Aree Protette (Ginevra, 1982), che nel 1995 è diventato il protocollo relativo alle zone specialmente protette e la biodiversità nel Mediterraneo (ASPIM protocollo "). Approvato nel 1995, in vigore dal 1999.

3. Protocollo per la protezione del Mare Mediterraneo control'inquinamento derivante dalla esplorazione e lo sfruttamento della piattaforma continentale e del fondo marino e del sottosuolo (Madrid, 1994) ("Offshore protocollo"), adottato nel 1994, non è entrato in vigore. 4

Governo Territoriale 2011 4. Protocollo per la prevenzione dell'inquinamento del mare Mediterraneo dai movimenti transfrontalieri di rifiuti pericolosi e del loro smaltimento.Adottata nel 1996, in vigore dal 2008.

5. Protocollo sulla gestione integrata delle zone costiere del Mediterraneo (Almeria, 2008) (GIZC Protocol), adottato nel 2008, non è entrato in vigore. Alla conferenza di Barcellona del 1995, che modifica la convenzione e si chiama la convenzione per la tutela del territorio marino e costiero del Mediterraneo. È possibile rivedere i protocolli esistenti e diadottare un nuovo MAP (la risoluzione del Barcellona su ambiente e sviluppo sostenibile nel bacino del Mediterraneo). Attualmente ci sono 22 parti contraenti della Convenzione di Barcellona: Albania, Algeria, Bosnia Erzegovina, Croazia, Cipro, Egitto, Unione europea, Francia, Grecia, Israele, Italia, Libano, Malta, Monaco, Marocco, Serbia e Montenegro Slovenia, Spagna, Siria, Tunisia e Turchia....