Non Lo So

Quanto la vita politica, sociale e culturale della Sardegna è presente nei media italiani? E cosa suggerite per migliorare tale situazione?
La vita politica, sociale e culturale della Sardegna è assai poco presente nei media nazionali tradizionali. Questo dato di fatto lo si riscontra praticamente quasi tutti i giorni sia sui telegiornali nazionali, sia sui quotidiani cartacei che quelli online.È evidente che i telegiornali e i quotidiani nazionali devono selezionare le notizie da trasmettere o da stampare e certe volte ho l'impressione che le notizie riguardanti la nostra isola siano classificate come notizie di serie B. Ma anche se la nostra isola è assai poco presente nei media come tg e giornali, c'è un media sardo “Radio Sardegna” che ha avuto un ruolo molto importante in Italia enel mondo alla fine della II Guerra Mondiale. Essa infatti “È entrata nella leggenda il 7 maggio del 1945, allorché fu la prima radio al mondo a dare la notizia della resa dei tedeschi e della fine della guerra.” (Candia, 2005). La storia di questa “Radio Sardegna” è assai interessante infatti essa “Doveva essere una radio militare invece fu una radio a 360 gradi, una radio libera, creativa,autonoma, che di giorno in giorno si conquistò la fiducia dei sardi e il loro consenso, e fu davvero una radio di “servizio pubblico”, nel senso che seppe rendere un servizio alla gente, alle sue necessità materiali e spirituali interpretando i loro bisogni e verificando quotidianamente la corrispondenza tra domanda ed offerta” (Jacobelli, 2005) . È proprio questo quello che un servizio pubblicodovrebbe svolgere, cioè offrire un servizio utile ai cittadini e se nei nostri media pubblici nazionali è poco presente la Sardegna di certo non si può dire che il nostro servizio pubblico sia efficiente. ”La percezione del servizio pubblico in una regione come la Sardegna, inoltre, fa avanzare oggi una forte esigenza di assunzione di ruolo dell’azienda, ma anche delle istituzioni e della società civileregionale. In una realtà che ha caratteristiche peculiari, e una lingua che fa parte delle minoranze, è necessario promuovere lo sviluppo di Rai3 bis per una programmazione regionale al servizio della comunità dei sardi che vivono nell’isola e nel mondo.” (Siddi, 2011). Probabilmente creare Rai Tre Bis, come propone Franco Siddi, non risolverebbe il problema della forte assenza della Sardegna inun media come la tv e forse non apporterebbe neanche un miglioramento per quanto riguarda la pluralità d’informazione di cui è molto carente non solo la Rai regionale, ma anche quella nazionale. Infatti “Per far nascere una Rai Tre Bis, probabilmente influenzata (come la casa madre) dalla politica, condanniamo alla chiusura tante tv private? (...) Nascerebbe una tv in più è vero, ma per effettodell’ingresso nel mercato di un soggetto di tale forza (che drenerebbe necessariamente su di se ingenti risorse pubbliche e private), tante imprese private di telecomunicazione scomparirebbero.” (Biolchini, 2011). Ma chi veramente ha fatto conoscere la Sardegna in Italia e nel mondo agli inizi del ‘900 è stata Grazia Deledda che nel 1926 ottenne il premio Nobel per la letteratura. Eppure questagrande scrittrice figlia della nostra stessa terra “Appare scomparsa dalla maggior parte delle antologie scolastiche e dimenticata da buona parte della critica, eppure si dovrebbe essere orgogliosi di lei, in quanto è stata la prima ed unica scrittrice italiana ad essere stata insignita del prestigioso premio Nobel per la letteratura.” (Fiori, 2008). Non si capisce come mai una scrittrice come laDeledda sia stata posta nel dimenticatoio dalla maggior parte della cultura accademica compresa quella scolastica, non viene quasi mai studiata nelle scuole o nelle università e solo ogni tanto viene citata grazie al Nobel che ha ricevuto. Un vero peccato visto che le sue opere sono meravigliosamente belle e coinvolgenti. Ma se la Sardegna è poco presente nei media trazidionali , come la tv,...