Peter Sloterdijk e La Critica Della Ragion Cinica

SLOTERDIJK E LA RAGIONE CINICA:
VECCHIE E NUOVE TEORIE CRITICHE

Introduzione: la controversa figura di Peter Sloterdijk

Pubblicata in Germania nel 1983 e salutata da Habermas come , la Critica della ragion cinica[1] è diventata in breve tempo un best seller, dando l’avvio alla corsa alla fama del suo autore, Peter Sloterdijk. La consacrazione definitiva di Sloterdijk come maggior filosofotedesco vivente avrà però luogo solo molto più tardi, grazie al dibattito scatenato da una sua conferenza, provocatoriamente intitolata Regeln für den Menschenpark: Ein Antwortschreiben zum Brief über den Humanismus[2], tenuta il 17 luglio 1999 in Baviera. Il testo, presentato in occasione del convegno internazionale di Elmau Jenseits des Seins. Philosophie nach Heidegger, proponeun’interpretazione fosca dell’umanesimo come tradizione antropotecnica, entro la quale la riflessione heideggeriana segna il momento cruciale di passaggio dalla consueta formazione umanistica dell’individuo fondata sul lesen (dove il libro è tanto strumento d’educazione quanto già di selezione, come suggerisce il verbo tedesco auslesen) alla vera e propria progettazione e costruzione dell’essere umano, resapossibile dalla più recente tecnologia genetica. Ciò che suscita scalpore non è, però, tanto il contenuto del discorso - che non si distanzia poi radicalmente dal modello nietzschiano e dalla biopolitica foucaultiana -, quanto piuttosto il lessico provocatorio adottato da Sloterdijk, che fa uso senza timore di termini quali Züchtung (allevamento) e Selektion (selezione), banditi dal vocabolario tedescodopo l’esperienza del nazionalsocialismo.
Le reazioni d’indignazione e i dibattiti scatenati dalla conferenza di Elmau occuparono immediatamente le pagine delle principali riviste tedesche, e si protrassero fino al 9 settembre 1999, quando Sloterdijk pubblicò su Die Zeit un articolo in cui accusava Habermas di aver ordito, con la collaborazione di alcuni suoi ex-allievi, una campagna diffamatorianei suoi confronti, mostrando così di tradire la sua stessa teoria: [3]. Il discutibile comportamento del più noto erede della tradizione critica francofortese non poteva che attestare – secondo il filosofo di Karlsruhe - la morte della teoria critica[4], provocando contemporaneamente nell’opinione pubblica tedesca un crollo della popolarità di Habermas e facendo di Peter Sloterdijk il maggiorfilosofo tedesco vivente.
L’epilogo dell’ascesa alla notorietà di Sloterdijk, in cui è subito evidente la strategia del suscitare sbigottimento per far parlare di sé, può essere istruttivo per gettare un primo sguardo sulla Critica della ragion cinica. In questo testo, infatti, l’autore compie una mossa inedita e probabilmente sconcertante per la cultura tedesca, ben sintetizzata, con tutta la suacarica polemica, dalle parole dello stesso Sloterdijk, secondo cui c’è [5]. Quello messo in atto nella Critica della ragion cinica non è però un tentativo compiuto di far incontrare ermeneutica e teoria critica, quanto piuttosto l’integrazione di un pensatore scomodo come Heidegger nelle fila della tradizione critica francofortese, tradizione entro cui quest’opera consapevolmente ancoras’inserisce, tentandone nello stesso tempo un rinnovamento che vada in una direzione diversa da quella tracciata da Habermas con la sua proposta dell’agire comunicativo.
Sarà quindi interessante - anche alla luce dell’accusa, che da più parti è stata mossa al filosofo di Karlsruhe, di essere null’altro che un buon rimescolatore di contenuti non originali – andare ad indagare i rapporti di Sloterdijk con lateoria critica e con gli altri pensatori che, esplicitamente o implicitamente, egli usa per costruire la sua diagnosi sul tempo presente.
Infine, nonostante le polemiche scatenatesi intorno alla figura di Sloterdijk ed alla sua produzione intellettuale, rimane un’evidenza innegabile il successo riscosso dalla Critica della ragion cinica. È probabile che il favore riscontrato nel pubblico sia...