Roma Repubblicana
Nel 509 A.C., e dopo avere espulso gli Etruschi, i romani costruirono una forma di organizzazione politica repubblicana. Una serie di provvedimenti furono stratificati gradualmente fino alla formazione della costituzione romana.
Con la fine della monarchia (509 a.c.), ebbe inizio a Roma il periodo dell' età repubblicana, che durò sino al I secolo a.c., e durante il quale lacittà conobbe un grande sviluppo politico ed economico.
La costituzione repubblicana:
La costituzione delineava i diritti dei cittadini ed a Roma, ognuno con l'eccezione delle donne, degli schiavi e dei residenti stranieri era qualificato come cittadino. La Repubblica romana era più che altro una confederazione di stati sotto il controllo di un rappresentante dell'autorità centrale.
Lacostituzione repubblicana, che fu instaurata dopo l'abbattimento della monarchia, presenta l'aspetto seguente:
i consoli, in numero di due, eletti ogni anno dal popolo. Essi hanno le stesse attribuzioni del re, cioè i supremi poteri politici, militari e giudiziari, ma sono privi di prerogative religiose.
il senato è un'assemblea permanente, costituita da uomini di famiglie potenti e ricche. I 100senatori dell'inizio furono portati a 300, scelti forse anche tra i più ricchi plebei.
La nuova costituzione repubblicana poneva il governo nelle mani del patriziato, che costituiva il senato, aveva la preponderanza nei comizi centuriati, e disponeva delle maggiori cariche dello stato. Si aggiunga che il patriziato, man mano che Roma estese la sua conquista, aumentò sempre più le proprie ricchezze, siaperché gran parte del territorio che lo stato toglieva ai nemici (il cosiddetto ager publicus) era riservato ai patrizi; sia perché i piccoli proprietari plebei, che dovevano servire a loro spese nell'esercito, furono costretti ad indebitarsi, ricorrendo al credito dei grandi proprietari patrizi.
La legge sui debiti era allora molto aspra, perché consentiva che i creditori, oltre a confiscaregli averi dei debitori, s'impadronissero della loro persona, rendendoli schiavi.
Tutto ciò provocò una violenta lotta, di carattere politico ed economico, tra il patriziato e la plebe, lotta che si protrasse per circa due secoli (509-300 a. C.), e che si concluse col pieno pareggiamento degli ordini.
Questa forma di governo fu definita mista. I Romani mescolarono insieme le tre forme principali digoverno precedenti (monarchia - attraverso i consoli - aristocrazia - attraverso il senato - e democrazia - attraverso le assemblee popolari - ).
L'ideale di tale costituzione era di evitare che un uomo solo o un gruppo di uomini concentrassero un potere eccessivo nelle proprie mani.
L'ideale era che nessun gruppo potesse impadronirsi del potere a danno degli altri. Comunque il vero centrodel potere politico a Roma era la famiglia: alleanze, matrimoni, divorzi, adozioni e assassini potevano interrompere o favorire la corsa al potere politico di una famiglia romana.
Uno dei più importanti sviluppi nella storia più antica della repubblica romana fu la lotta tra le classi sociali. Tra il 500 ed il 300 A.C., la cittadinanza romana era divisa tra patrizi e plebei.
Avevano guadagnato laloro posizione attraverso ricchezza o la proprietà della terra. I patrizi tenevano il monopolio del potere sociale, politico ed economico sebbene fossero superati in numero dai plebei. I plebei erano quei cittadini che mancavano di potere politico, anche se tra le loro file erano inclusi contadini senza terra e all'individui molto ricchi che volevano diventare un patrizi.
Commercio, finanze enuovi ceti sociali:
Le nuove province conquistate furono costrette a pagare tributi annuali, mentre l'Italia era esentata dalle tasse. Le grandi somme di denaro che affluivano a Roma furono utilizzate da un lato per finanziare altre guerre e nuove conquiste, dall' altro per pagare il grande sviluppo edilizio di Roma e di altre città italiane. L'artigianato e molte piccole attività industriali si...
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