Senora

Páginas: 8 (1984 palabras) Publicado: 21 de febrero de 2013
– Pedagogia Speciale e Didattica Speciale La Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità Lo scenario internazionale vede, in questi ultimi trent’anni, un movimento volto a portare alla luce le tematiche della disabilità e dei diritti di inclusione delle persone con disabilità. Si ritrovano affermazioni a favore di questi diritti, a titolo di esempio, si ricorda la “Dichiarazione diSalamanca” (1994),il cui principio ispiratore è quello di garantire il diritto all’educazione, abolendo ogni spazio di esclusione, nella “Carta di Lussemburgo” (1996) si definiscono i “principi, le strategie e le proposte” relative alla “Scuola per tutti e per ciascuno”; nella “Conferenza di Dakar” (2000) obiettivo è realizzare l’istruzione e l’educazione per tutti i bambini, compresi coloro chehanno bisogni educativi speciali, entro il 2015. Il nuovo millennio porta poi importanti novità. Il 2003 è stato l’”Anno europeo dei disabili” (2003), in questa occasione si è rivolta particolare attenzione ai bambini e ai giovani disabili, al fine di riconoscerne il diritto ad un pari trattamento nell’insegnamento, alla necessità di favorire e sostenere la loro piena integrazione nella società e losviluppo di una cooperazione, a livello europeo, tra il personale preposto all’insegnamento speciale. Nel dicembre 2006, l’Assemblea Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) ha approvato la Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità. La Convenzione rappresenta il primo accordo internazionale sui diritti umani del ventunesimo secolo e riguarda circa 650 milioni di personeche vivono in tutto il mondo. Mira a garantire e tutelare i diritti umani di tutte le persone con disabilità, impegnando gli Stati che la ratificheranno ad intervenire con politiche, legislazioni e risorse idonee. In Italia il processo di ratifica si è realizzato nel 2009, con la legge n. 18 del 03/03/2009. La Convenzione porta una profonda innovazione culturale e legale e pone le basi per uncambiamento nell’approccio alla tutela e alla promozione dei diritti delle persone disabili. Essa non configura scenari speciali per le persone che tutela, ma descrive piuttosto i singoli elementi dell’inclusione, indicando le strade per realizzarla, la revisione degli stili di pensiero, degli atteggiamenti e delle opinioni che devono includere la disabilità fra gli eventi ordinari della condizioneumana. (Baratella e Littamè, 2009). Vediamone alcuni passaggi fondamentali. Nel Preambolo la Convenzione richiama il concetto di universalità dei diritti umani, ribadendo proprio che “… ciascun individuo è titolare di tutti i diritti e della libertà … senza alcuna distinzione”, si tratta quindi di “ricordare” che i diritti valgono per tutti, incluse le persone con disabilità. Non viene poi fornitauna definizione chiara di disabilità, viene piuttosto fatto riferimento all’evoluzione che tale concetto sta subendo, richiamando l’attenzione innanzitutto sulla persona e sull’interazione che essa vive con l’ambiente, un riferimento chiaro all’ICF (Classificazione Internazionale del Funzionamento). Il termine persona, piuttosto che disabile, è un termine in sé neutro, non presenta caratteristichené in negativo, né in positivo (Griffo, 2005). La persona viene dunque posta in prima linea, la persona con i suoi diritti inalienabili. La disabilità viene dopo, essa non è da negare, bensì da riconoscere come una condizione che impedisce la piena ed effettiva partecipazione alla società, e che va quindi superata intervenendo con politiche ed azioni che perseguano pari opportunità per le personecon disabilità. Vi sono poi i primi cinque articoli della Convenzione che contengono i principi e le norme generali che vengono a definire l’impianto generale del documento. Vediamoli. L’articolo 1 richiama il concetto di persona ed indica le possibili categorie di minorazioni che in qualche modo limitano la partecipazione alla vita sociale, condizione questa sulla quale si può intervenire per...
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