L'«Antico regime»(Tocqueville) era un impasto di assolutismo e di feudalismo e tale impasto era conflittuale, poiché il potere assoluto cercava di sopraffare i poteri feudali e viceversa.Come aveva ben capito Richelieu,al potere del Re si contrapponeva infatti una miriade di contropoteri di deriv feudale che la mon assol, ancora alla fine del XVIII secolo, non era riuscita a sconfiggereinteramente. Di fronte al Re stava un regno composto da molti «corpi intermedi», distinti per condizione sociale (gli «stati»), per professione (le corporazioni) e per territorio (città, borghi, ecc.). Ciascuno aveva una propria organizzazione, godeva di propri privilegi (cioè di «leggi private» ), gestiva i propri interessi indipendentemente da quelli degli altri, costituiva cioè,uno Stato nello Stato.Nell'insieme, tutte queste strutture sociali differenziate erano il volto feudale della Francia, fatto di tante organizzazioni e di tanti interessi particolari sui quali il Re cercava di stabilire il suo potere generale e incondizionato, cioè sovrano.La monarchia che si dice assoluta non raggiunse mai una forza sufficiente per imporsi nel modo che l'aggettivo farebbe supporre. Il monarca era unpersonaggio bivalente: rispetto alle distinzioni feudali più importanti, quelle tra gli «stati», egli si trovava a giocare su due lati. Doveva essere alleato simultaneamente dei nobili (e del clero) contro i borghesi (il terzo stato) e dei borghesi contro i nobili. Per ingraziarsi ora gli uni ora gli altri distribuiva favori qua e là. Così non riuscì mai a sbarazzarsi dei suoi antagonisti per divenireeffettivamente e incondizionatamente sovrano.Il potere del Re incontrava dunque dei limiti, ma a questi non corrispondevano diritti dei singoli bensì privilegi dei corpi sociali in cui i singoli erano inseriti. I singoli non avevano diritti ma, appartenendo a una delle categorie sociali, godevano perciò di una posizione sociale (cioè, come si dice, di uno status), corrispondente alla lorocollocazione nella società. Era lo stato che faceva da scudo contro il potere assoluto del Re e contro le prepotenze degli altri corpi sociali. Ma chi non aveva status (es donne i reietti della società) era soggetto all'arbitrio altrui, poiché non aveva diritti come individuo singolo.La struttura feudale della società si traduceva così in un estremo particolarismo giuridico. Le leggi generali, valide pertutti, erano soppiantate dalle leggi e dalle consuetudini speciali e locali. Non c'era parte della Francia o strato sociale che non avesse un proprio diritto e giudici particolari.Molto ampi erano i privilegi nobiliari: le corvées, cioè gli obblighi per i contadini di destinare un certo numero di giornate di lavoro al nobile del posto; l'obbligo di macinare il frumento solo nei suoi mulini; ildiritto di caccia del nobile sulle terre altrui, ecc. La società era come cristallizzata, La nascita determinava i rapporti sociali, la professione, i doveri di ciascuno, perfino il modo di vivere.La cultura stessa Così, vi era una cultura contadina, una aristocratica, una borghese, ecc. Era dunque una tipica società chiusa, la cui rappresentazione politica più chiara era costituita dagli «statigenerali».nuove esigenze dell' Antico regime:Questo stato di cose non era alla lunga sostenibile,poiché contrario alle esigenze poste dallo sviluppo economico. Al cambiamento erano interessati sia il Re per poter aumentare le entrate dello Stato attraverso le tasse, sia gli imprenditori borghesi per affrancarsi dalle vessazioni dei signori locali e commerciare liberamente, eliminando gli ostacoliche i diversi privilegi feudali ponevano in continuazione. Il Re e il terzo stato, in un arco di tempo che va dal XVI al XVIII secolo, operarono di frequente in accordo, per combattere i residui feudali che avvantaggiavano la nobiltà e il clero.In economia, fu attuata la politica detta del mercantilismo, che puntava all'aumento della ricchezza pubblica (il «Tesoro»), a una «bilancia dei pagamenti»...
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