Viaje En Centro America

IN EUROPA: WILMA, OSCAR E TANTI ALTRI
ANNI 85-90

Sono gli anni delle delegazioni centro americane in Italia e in Europa: ho scelto di mettermi in aspettativa dalla scuola, per periodi più o meno lunghi, per accompagnare, adesso si direbbe come facilitatore o mediatore interculturale, molti ospiti.
Wilma ed Elisabeth, Sergio, Omar e Ralph, Assusena, Jorge Morales, Rigoberta, Juanito eCorrado : salvadoregni e guatemaltechi, tranne Ralf, medico tedesco che ha scelto di spendere alcuni anni della sua vita nelle zone liberate del Salvador.
Devo a lui il salto di qualità nell’apprendimento dello spagnolo: uomo molto colto, Ralf parla diverse lingue, incluso l’italiano. Negli incontri pubblici lasciò a me la traduzione degli interventi di Omar, correggendomi con garbo e insegnandomiparole guanaco, cioè salvadoregne pure, intraducibili e incomprensibili ai più.
Guinda, ad esempio, è la fuga dei salvadoregni di notte, in fila indiana, silenziosi, per evitare di essere intercettati dall’esercito.
Los cipotes sono i ragazzi, gli adolescenti, ma in quegli anni di guerra civile la parola indicava i guerriglieri, a volte poco più che bambini, costretti ad impugnare le armi perdifendersi e difendere il proprio popolo.

Ricordo in particolare Omar, catapultato dalle zone sotto controllo del Fronte di Liberazione fino in Italia, a testimoniare l’esperienza dei Poteri Popolari Locali.

Dall’inizio della guerra civile in Salvador, dopo l’assassinio di Monsignor Romero nell’aprile dell’80, le forze popolari di resistenza, raccolte sotto la sigla FMLN, , sono state in gradodi creare in alcune zone, dette sotto controllo, corrispondenti a circa il 30 % del territorio nazionale, un governo alternativo a quello ufficiale, indicato come Poderes Populares Locales, PPL.
Nonostante i bombardamenti e gli attacchi dell’esercito, le centinaia di milioni di dollari inviati annualmente dal governo nordamericano per sostenere il regime salvadoregno, nonostante le difficoltàoggettive di sopravvivenza, questa esperienza resiste e conta di una base sempre più ampia.

Non ho mai più avuto occasione di reincontrarlo, non so nemmeno se è ancora vivo : lo ricordo con simpatia, semplice ed ironico, curioso e flemmatico.
Lui che, quando ha capito che ci eravamo persi sulla tangenziale di Bologna, voleva aiutarci orientandosi con il sole, come faceva a casa sua, in campagna,…Omar che, dopo alcuni giorni di interventi in assemblee pubbliche, conferenze , incontri con sindacati, mi fece questa proposta: “senti MariaTeresa, visto che conosci a memoria il rollo – parola intraducibile, significa discorso sempre uguale, noioso ma necessario – dato che lo traduci sempre, perché non parli direttamente tu, così io mi riposo un po’?“.
Omar che, nell’ufficio di un amico diMilano, trasformato per noi, ospiti, in camera da letto di fortuna, prima di addormentarsi, ci raccontò la sua vita.
Sua madre, messa incinta da un ricco signore, fu costretta a cambiare casa diverse volte, fino a quando non si risposò con un uomo che possedeva soltanto un machete per il faticoso lavoro di contadino.
La guerra portò via a Omar madre, fratelli e figli: si impegnò politicamente finda giovane, imparando ormai adulto a leggere e scrivere, per capire una notizia, comprendere un ordine, ed eseguirlo.
Entrò nella direzione dell’organizzazione popolare della sua zona, viaggiando spesso nei territori limitrofi, per confrontare successi e fallimenti.
Omar così si esprimeva: “Molti di voi si chiedono come possono partecipare i bambini alla lotta: in occidente siete abituati aduna distinzione netta tra il bambino e l’adulto; si è bambini finchè si è capaci a divertirsi, a giocare, c’è qualcuno che pensa a noi. Poi si diventa adulti quando si incomincia a lavorare e a guadagnare.
Invece da noi non è così: non c’è il bambino e l’adulto, in Salvador ci sono persone con età diverse, da noi ognuno partecipa alla lotta di liberazione con le proprie capacità e possibilità; se...