Vita Visata

taIl testo che viene riportato qui di sotto è solo un estratto dal libro Una Vita Vissuta
 
La vita a San Bovio.
In questo angolo di pace e di serenità sono nato con i miei sette fratelli. Roberto, Antonietta, Erminio (deceduto per una grave malattia infantile), Rita, Bovio, Chiara e Ermo.
La miseria era tanta, ma la nostra vita si svolgeva in uno spirito di fraternità e di grande impegno perrenderla migliore. E così è stato!
La nostra famiglia poteva essere considerata "La sacra famiglia". Mancava solo il bue e l'asinello per completarla.
San Bovio è una bella chiesetta costruita nel lontano 1602 per volontà del Cardinale Arcivescovo di Milano Federico Borromeo.
Oggi è gemellata con una Chiesa Copta di Luxor (Egitto) dove qualche anno fa si è svolto un pellegrinaggio,Milano-Luxor.
La proprietà delle terre di Peschiera Borromeo apparteneva, e forse in misura minore anche oggi, alla famiglia dei Borromei.
San Bovio è un santo di origine francese poco conosciuto in Italia;  da giovane cavaliere difese la sua città di Noyers, in Provenza, dagli attacchi dei Saraceni. Subito dopo la vittoria fece voto di dedicarsi alle opere di carità e venne in Italia. Morì a Voghera nelmaggio del 986 durante una tappa del suo consueto pellegrinaggio a Roma.
La Chiesa di San Bovio è una solida costruzione rimasta intatta nei suoi oltre 400 anni ed incorpora a sinistra, la casa del parroco con un grande orto coltivato a piante di frutta, vigneto e verdure, lasciando spazio per i bambini dell'oratorio.
Durante la vendemmia mio padre raccoglieva l'uva da mettere in un tino dilegno che schiacciava con i piedi per farne un buon vino.
A destra un umile casetta legata al corpo della Chiesa dove vivevamo noi Meazza.
Vedendola, oggi, con figli, nipoti ed amici ci chiediamo tutti come potevamo starci in così poco spazio, otto figli con i genitori ed anche le galline che rincasavano di sera passando per un oblò.
E poi c'era anche un cane ed un gatto ed inoltre il deschetto chemio padre usava come tavolino da lavoro di ciabattino con l'aiuto dei miei fratelli maggiori.
Il gabinetto, meglio dire cesso alla turca, era all'esterno vicino ad un fontanile le cui limpide acque pulivano i nostri bisognini.
Forse è la mia impressione, ma il freddo di allora era molto pungente.
Sarà perché eravamo mal nutriti ed anche poco coperti ma io quel freddo lo sento ancora oggi nelleossa. Questa casetta, dopo di noi, è stata trasformata in un centro sociale. La piazzetta antistante la chiesa era fornita da una pompa a mano dove si poteva avere acqua pura, fresca d'estate e mite d'inverno. Oggi la pompa esiste ancora, ma non pompa più la stessa acqua. C'è troppa gente che beve!
Accanto alla Chiesa, sulla sinistra, vi era un fornaio che produceva un ottimo pane per tutta lacollettività. Soldi pochi ma acqua buona e pane pure. Praticamente ci si nutriva a pane e polenta la cui farina proveniva da un antico mulino ad acqua che è stato ignobilmente distrutto in questi anni. A distanza di circa 200 metri vi è un bell'edificio scolastico dove una brava maestra con gli occhiali insegnava in un unico locale a tutti i bambini dalla 1° alla 5° elementare. Quanti rimpianti!Il parroco, Don Francesco Cazzaniga, proveniva da una famiglia bene di Milano. Un fratello avvocato, uno medico e lui che era un po' claudicante, usava il bastone, "doveva" fare il prete perché la buona, si fa per dire, società di allora non era disposta ad accoglierlo. Pensate un po'!
Ma ciò nonostante era un buon prete, tollerante e comprensivo. Si occupava di politica oltre che dei bisogni deisuoi parrocchiani.
Una volta mia madre mi disse che dopo la disfatta di Caporetto gridò tutta la sua rabbia dal pulpito della Chiesa: "Vigliacchi, traditori,  avete umiliato la Patria e dovreste venire puniti, severamente". Lui si sentiva un patriota di quelli giusti.
 

Scuola elementare di San Bovio - 5 classi - una sola aula - una sola maestra!
Erminio è il quarto da destra nella seconda...