City Of Senses
Dal nostro Inviato Speciale in Brasile, ecco un resoconto del suo soggiorno a Rio de Janeiro. La saudade ultimamente si fa sentire più forte che mai: in totale astinenza dagustose coxinhas e belle brasileire, il Tinez questo fine settimana se ne vola a Bruxelles per una toccata e fuga, si spera, rigenerante. Qualcuno di voi forse storcerà il naso esclamando: ""AncoraBrasile?? E mmo bbastaaa"". Il Brasile lascia qualcosa dentro, che solo chi ci è stato almeno una volta può capire. Vi lascio perciò momentaneamente con questo editoriale d'eccezione, nell'attesa cheforse, un giorno..
Il Tinez
Rio de Janeiro, 19 novembre 2004 - “Estamos pousando no Rio de Janeiro!”......Clack!
Fa la chiusura della cintura di sicurezza... ed è come un interruttore che scatta daOFF a ON: un brividino mi percorre la schiena, un flusso di adrenalina gioiosa e colorata comincia a scorrermi nel sangue: arterie, vene e capillari indistintamente cominciano a pulsare allo stessoritmo accelerato di un samba (maschile, sapevate?) ma allo stesso tempo un po’ sincopato di una bossa nova (separato, sapevate?)...
“Estamos pousando (atterrando) no Rio de Janeiro!” annuncia la vocevellutata (ma le avete mai sentite le voci degli aeroporti brasiliani? In certi aeroporti fanno pure pagare una sovrattassa tipo linea erotica sulla voce delle speakers tanto sono accattivanti emorbide).
E...via! dal piccolo oblò comincia una sfilata di montagne e golfi, contornati da un oceano sempre increspato ma mai cattivo, un susseguirsi mozzafiato che ti abbraccia con la stessaospitalità festosa di un carioca nella sua casa e ti trasmette la stessa sensazione di pace e tranquillità delle braccia aperte del Cristo Redentore sul Corcovado.
E’ questo quello che sento quando atterro aSantos Dumond a Rio, ed è strano e diverso da qualsiasi altro aeroporto in cui mi sia capitato di atterrare; una voglia irrefrenabile di aprire tutti i rubinetti-sensoriali, indice affidabile del...
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