Insegnante

Páginas: 135 (33655 palabras) Publicado: 1 de diciembre de 2012
Alcione
di Gabriele d’Annunzio

Letteratura italiana Einaudi

Edizione di riferimento:
Einaudi Tascabili Classici, Torino 1995
A cura di Pietro Gibellini
Prefazione e note di Ilvano Caliaro

Letteratura italiana Einaudi

ii

Sommario
La tregua
Il fanciullo
I. «Figlio della Cicala e dell’Olivo»
II. «Or la tua melodia»
III. «Sopor mi colse presso la fontana»
IV. «Eleggeresapesti il re splendente»
V. «L’acqua sorgiva fra i tuoi neri cigli»
VI. «Se t’è l’acqua visibile negli occhi»
VII. «L’odo fuggir tra gli arcipressi foschi»
Lungo l’Affrico
La sera fiesolana
L’ulivo
La spica
L’opere e i giorni
L’aedo senza lira
Beatitudine
Furit aestus
Ditirambo I
Pace
La tenzone
Bocca d’Arno
Intra du’ Arni
La pioggia nel pineto
Le stirpi canore
Il nome
Innanzil’alba
Vergilia anceps
I tributarii

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Letteratura italiana Einaudi

iii

I camelli
Meriggio
Le madri
Albasia
L’Alpe sublime
Il Gombo
Anniversario orfico
Terra, vale!
Ditirambo II
L’Oleandro
I. «Erigone, Aretusa, Berenice»
II. «“O Glauco”, disse Berenice “ho sete”»III. «Ma non sostenne il nostro cuor mortale»
IV. «E così della rosa e dell’alloro»
V. “Il Giorno” disse “non potrà morire”
Bocca di Serchio
Il cervo
L’ippocampo
L’onda
La corona di Glauco
Melitta
L’acerba
Nico
Nicarete
A Nicarete
Gorgo
A Gorgo
L’auletride
Baccha

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Letteratura italiana Einaudi

iv

Stabat nuda Æstas
Ditirambo III
Versilia
La morte del cervo
L’asfodelo
Madrigali dell’Estate
Implorazione
La sabbia del tempo
L’orma
All’alba
A mezzodì
In sul vespero
L’incanto circeo
Il vento scrive
Le lampade marine
Nella belletta
L’uva greca
Feria d’agosto
Il Policefalo
Il Tritone
L’arca romana
L’alloro oceanicoIl Prigioniero
La Vittoria navale
Il peplo rupestre
Il vulture del Sole
L’ala sul mare
Altius egit iter
Ditirambo IV

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Letteratura italiana Einaudi

v

Tristezza
Le Ore marine
Litorea dea
Undulna
Il Tessalo
L’otre
I. «Pelle del beccosordido e bisulco»
II. «E vòto fratel fui della bisaccia»
III. «Era l’aurora quando in mezzo ai salici»
IV. «Ma gli alti iddii anco mi fur benigni»
V. «O uom che m’odi, fu laboriosa»
Gli indizii
Sogni di terre lontane
I pastori
Le terme
Lo stormo e il gregge
Lacus Iuturnae
La loggia
La muta
Le carrube
Il novilunio
Il commiato

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Letteratura italiana Einaudi

vi

LA TREGUA

Dèspota, andammo e combattemmo, sempre
fedeli al tuo comandamento. Vedi
che l’armi e i polsi eran di buone tempre.
5

O magnanimo Dèspota, concedi
al buon combattitor l’ombra del lauro,
ch’ei senta l’erba sotto i nudi piedi,
ch’ei consacri il suo bel cavallo sauro
alla forza dei Fiumi e in sul’aurora
ei conosca la gioia del Centauro.

1. Dèspota: l’imperioso demone interiore del poeta. Assume
consistenza di figura nelle pagine delle Vergini delle rocce: «Per
confortare la mia solitudine, allora pensai di dare una figura corporea a quel demonico in cui [...] io aveva fede come nell’infallibile segno che mi conduceva all’integrazione della mia effigie morale. Io pensai di commettere auna bocca bella e imperiosa e colorita dal mio medesimo sangue l’officio di ripetermi: – O tu, sii quale
devi essere» (Romanzi, II, p. 33). Cfr. Maia, Laus vitae, XXI, 11626: «la voce | del dèspota ch’io ben conosco, | che udii tante volte,
la maschia | voce nel mio cor solitario | griderà: “Su, svégliati! È
l’ora. | Sorgi. Assai dormisti. L’amico | divenuto sei della terra? |
Odi il...
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