Padiglione

CORSO DI CULTURA MATERIALE E MUSEOLOGIA

2012/2013

Illustrazione : Museo delle Culture di Lugano. http://www.lugano.ch/museoculture/

Prof.ssa Marinella Carosso Studentessa Cinthia Elisa Muniz N°matricola:770346

Introduzione
I centri di interpretazione hanno l'intenzione di dare valore a temi legati al patrimonio, avvalendosi dell'evoluzione tecnologica, di fonti orali e sonore che oggigiornoci consentono di avvicinarci ad un mondo talvolta austero. È solo dagli anni 80 in poi che il concetto di interpretazione inizia a diffondersi nel contesto di patrimonio, ma la centralità di questo concetto non si ferma al servizio di questi centri culturali dinamici ma viene poi impiegato in contesti propriamente museali. Interagire con gli oggetti esposti nei musei, multimedialità, e virtualitàsostenute dalle rispettive tecnologie, sono il complesso d'innovazione che hanno assecondato il cambiamento dei musei. Questi musei sono divenuti ambienti specializzati, differenziandosi e articolandosi secondo le necessità interne al museo stesso o alle tecnologie utilizzate. Come evidenziato da Padiglione nel suo libro “Poetiche del museo etnografico”, quella da sottolineare è il carattereradicalmente innovativo che presentano i musei di questo tipo che non vogliono essere definiti sulla base di una preesistente collezione, bensì, inscrivere più autonomia e pluralità sia nelle pratiche conoscitive che in quelle espositive in modo da soddisfare le esigenze del pubblico, delle risorse finanziarie ed umane che possono variare. La tesina è stata suddivisa in due parti facendo una sintesidel libro, dove nella prima parte verrà argomentata la chiave di lettura presentando la teoria utilizzata sul libro per lo sviluppo della stessa. Nella seconda parte vorrei mostrare come Padiglione affronta il problema esponendo anche un caso etnografico.

Capitolo 1
Ho scelto di leggere il libro di Vincenzo Padiglione, “Poetiche dal museo etnografico. Spezie morali e kit di sopravvivenza”attraverso la comprensione del secondo capitolo del libro stesso, concentrandomi soprattutto sulla voce “Un genere emergente: i musei interpretativi”. Per poter sviluppare il tema da me scelto, ho dovuto scorrere tra le pagine del libro decidendo che il miglior modo di arrivare era partendo da “Piccoli etnografici musei” dove ci viene spiegato come col passare del tempo ci siamo dovuti socializzare aadeguare alla ridefinizione di museo. Come visitatori ci viene chiesto di assumere una postura riflessiva già che da un tempo non è scontato quello che potremo vedere, dal momento che ci è stata una proliferazione di musei di tipologie ambigue e dell'estetica tutt'altro che unitaria. Partendo da questo contesto, sono i piccoli musei che ci servono come punto di osservazione per segnalare i cambiamentioggi presenti.

I nomi dei musei variano tra prospettive e patrimoni locali. Questi possono variare a riguardo della consistenza delle collezione, del tipo di servizio che offrono e della formazione del personale. Come sostenuto da Padiglione i musei etnografici sembrano dagli anni Settanta indirizzati dalla Nuova Museologia francese che esorta a soppiantare nella pratica museale la triadeedificio/collezione/pubblico con l'alternativa di territorio/patrimonio/popolazione, una riconfigurazione del museo che lo renda parte integrante del patrimonio locale. Si possono segnalare due importanti innovazioni che hanno valenze memoriali e che sono venuti dalla museografia etnoantropologica le quali sono, la conoscenza e messa in valore di beni materiali e l'approccio collaborativo conl'inclusione della comunità di residenza del museo quale principale destinatario delle azioni. Padiglione propone dovuta la variegata eterogeneità interna dei piccoli musei di creare differenti contratti che possano rappresentare le proposte agite dai musei etnografici e questi sono tre: “Contratto informativo”: riceve nozioni specifiche attraverso didascalie, foto contestualizzanti, l'esposizione si...