Caratteri Generali Del Seicento Spagnolo

1. CARATTERI GENERALI DEL SEICENTO SPAGNOLO. IL BAROCCO DI GÓNGORA.

1.1. IL CONTESTO STORICO.

R. Mousnier (1953) parlò del Seicento come di un periodo di crisi dando alla parola crisi il significato di una decadenza che non risparmiava nessun aspetto della vita umana. Era però una decadenza pervenuta dai precedenti governi, in particolare da quello di Filippo II che governò inSpagna tra il 1558 e il 1598. Questi era un uomo di grande intelligenza e suo padre Carlo V che sapeva ciò, avrebbe voluto affidargli tutto il suo impero. Ma fu suo fratello Ferdinando, invece, a governare l’Austria. La dinastia degli Asburgo si divise così in due rami, ma ciò non significò che il potere di Filippo II fu minore anche perché aveva grandi progetti per il suo ramo iberico. Aveva,infatti, il senso della laboriosità e della giustizia anche se questi suoi grandi pregi di cui, egli tra l’altro, andava fiero, lo portarono ad essere fortemente indeciso e a riversare questa sua indecisione negli affari di governo. Ciò che egli voleva era continuare a lavorare su quello stato moderno iniziato dai Re Cattolici; per questo era suo pensiero dominante la difesa della fede Cattolica chesignificava combattere contro chi la minacciava e, se fosse stato necessario, contro la Chiesa stessa. Non esitò infatti a muovere guerra al Papa Paolo VI e ai moriscos di Granada che esiliò in diverse province della Castiglia (scelta fatta per invogliarli ad integrarsi con i cattolici per dimenticare l’islamismo). Alle lotte religiose, si aggiunsero quelle politiche contro l’Inghilterra e laFrancia. Per quanto concerne l’Inghilterra, Filippo II si rese conto che la pirateria inglese minacciava il commercio e le coste dell’America spagnola, al che decise di inviare la flotta della Invincible Armada che però nel 1588 fu sconfitta, evento che determinò la fine del predominio spagnolo sui mari. Per quanto riguarda la Francia, invece, Filippo II era favorevole ad un indebolimento della stessache sarebbe poi diventata una nazione satellite della Spagna: accettò, per questo, anche se a malincuore, la conversione di Enrico IV che fu accolto dalla Chiesa come primo re borbonico. Questi eventi non fecero altro che provocare un isolamento della Spagna rispetto all’Europa. Fu come se la Spagna si fosse emarginata dal mondo. Tutto ciò ebbe i suoi effetti nel pieno secolo XVII, un secolo in cuila Spagna fu attraversata da una ulteriore grave crisi politica, militare, economica e sociale. La salita al trono di Filippo III non fece altro che peggiorare la situazione. Infatti, essendo egli più incline a feste, giochi, devozioni che agli incarichi di governo, preferì affidare le alte cariche al Duca di Lerma il quale ne fece uso senza il minimo scrupolo, arricchendosi in manierascandalosa. Vista l’austerità del precedente regno nessuno si ribellò a questa situazione anche perché nonostante le sue falsi azioni, si respirava un clima di pace. Ciò, però, fu dovuto anche da circostanze esterne favorevoli: nel 1603 Elisabetta I morì; l’anno seguente il primo Stuart firmò un trattato che inaugurava un’epoca di pace e perfino di collaborazione tra Spagna e Inghilterra; l’assassinio diEnrico IV di Francia eliminò un altro rivale e con gli olandesi fu concordata nel 1609 una tregua di 12 anni. Questo clima pacifico, però, non ebbe lunga durata: nel 1618 iniziò la Guerra dei Trent’Anni, un conflitto politico e religioso che metteva in piazza due principi fondamentali della politica spagnola: la difesa del cattolicesimo e la solidarietà tra i due rami della dinastia degli Asburgo.Filippo III inviò le sue truppe che unite a quelle austriache sconfissero i protestanti nella battaglia della Montagna Bianca (1620). A questo punto, la guerra che sembrava finita, era appena iniziata e causò alla Spagna una grave perdita di prestigio internazionale. La situazione interna, inoltre, peggiorava sempre più. Ci fu una profonda crisi demografica provocata dall’ondata di peste...