Novella

Storia di un sogno, storia di una vita.
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Capitolo 1. INCONTRI CASUALI.
Innanzi tutto mi presento, mi chiamo Alessia e volevo raccontarvi la storia più bella della mia vita.
Incominciò tutto una notte di Settembre, il cielo era stellato e l'aria frizzante. Aveva piovuto da tutto il giorno
e la strada era bagnata... come il mio viso. Il problema era che il mio viso non era bagnato di pioggia,ma di
lacrime. Già, ero in giro da quasi un'ora a piangere e a rimuginare su una storia che mi aveva spezzato il
cuore; avevo trovato il mio ragazzo che si baciava molto appassionatamente con la mia migliore amica.
Insomma, non me la passavo molto bene e a casa non ci volevo tornare. Così ero in giro a zonzo, zuppa di
pioggia in cerca di non so cosa. Non sentivo e non vedevo niente se non imiei pensieri e quell'orribile
immagine, infatti non mi accorsi di aver ricominciato a piangere e non mi accorsi nemmeno di una macchina
che arrivava a tutta velocità e che mirava proprio verso il punto dov'ero io. Quando mi accorsi dei fanali la
macchina era vicinissima, scartai di lato buttandomi a terra e feci un ruzzolone che mi costò un dolore
lancinante ad una gamba e alla testa. Lamacchina che mi aveva quasi investito se n'era andata via
sgommando con la musica a manetta, ed io ero sola, incapace di camminare come si deve e molto confusa.
Mi cercai di rialzare,ma le vertigini s'impossessarono di me e caddi di nuovo a terra. Dopo pochi minuti,che a
me parsero un'eternità, riuscii a mettermi seduta,a notare che avevo 1 brutto bernoccolo in testa e che la
mia gamba aveva untaglio che perdeva sangue... mi
tastai le tasche e lo trovai... a brandelli... . Poi sentii un rumore di una
macchina che si avvicinava, tentai di alzarmi e, stranamente, la gamba non cedette... ma cominciai ad
avvertire di nuovo un senso di vertigini. Tornai in strada e cercai di fermare la macchina; per fortuna mi
videro subito e una ragazza mi venne incontro... Aveva una faccia familiare, manon riuscii a capire un gran
che, perché cominciai a non vedere più niente e caddi per terra svenuta.

Capitolo 2. DAL NERO AL BIANCO.
Sentii vagamente una voce che diceva:< Aiutami a portarla in macchina! Dobbiamo portarla in
ospedale!>,un paio di mani che mi accarezzavano la faccia ed una voce che mi sussurrava: . Il rumore del clacson e della macchina in cui ero sdraiata mi feceroriprendere i sensi... ero
sdraiata sul sedile posteriore, la mia testa appoggiata sulle gambe di un ragazzo che mi teneva una bottiglia
d'acqua ghiacciata sulla testa. Lui si accorse che avevo ripreso i sensi, la sua faccia era sfocata ma la sua
voce mi arrivò nitida alle orecchie: una voce femminile disse dal sedile
davanti: . Il mio sguardo si era fermato sulla luce che
illuminava i posto dietro,mi sentivo strana,stordita... La testa mi scoppiava ed ogni suono del clacson era
come una martellata. Il ragazzo che mi teneva sulle ginocchia se ne rese conto e disse al conducente:
e di tutta risposta il conducente disse:. Parlammo insieme delle canzoni, di
come pensava di farle lei e di come pensavo di farle io. Poi scattò la domanda che temevo: Ringraziai mentalmente un dottore che entrònella
mia stanza per fare dei controlli. Mi disse che domani mi avrebbero fatto uscire. Laura disse tutta contenta:
< Ah, meno male! Allora ne riparliamo domani a casa mia.> Ebbi un tuffo al cuore. Lau mi strizzò l'occhio, mi diede un bacio sulla guancia, fece entrare Nicola e Paolo che mi salutarono
anche loro con dei baci sulla guancia. Prima che Laura uscisse mi disse: e se ne andò. Lastanza si
riempì di urla di mia sorella e di mia mamma che cercava disperatamente di prenderla per portarla a casa. Io
non sentivo niente, avevo a malapena salutato mia mamma e mia sorella. "Domani a casa di LAURA
PAUSINI... Dio santo, sto' impazzendo... sto' sognano... non è possibile." pensai... Poi mi resi conto di una
cosa. Quello era il sogno della mia vita che si realizzava. Siamo noi ad...