Paris - las olimpiadas

Domus Magazine _27/12/ 2006

Luca Doninelli_Progetto Millimetri 2_Un modello imprevedibile
Una passeggiata in pieno sud-est asiatico a Parigi, a Les Olympiades. Testo di Luca Doninelli Ho in testa le immagini urbane di Gabriele Basilico. La sua ricerca muove verso quel punto in cui il paesaggio diventa un elemento mentale, ossia il frutto di una ripetizione indefnita di sguardi, di eventivisivi, di luci, di colori in continua metamorfosi la cui sommatoria defnisce un punto medio – che è il paesaggio così come lo trattiene non già chi ci va, ma chi ci vive. Chi visiti il mio quartiere, il mio viale per la prima volta potrà ottenere su di essi molte informazioni a me ignote, raccogliere particolari che, magari, a me sfuggono. Il paesaggio per questa persona costituirà un insieme che stadavanti agli occhi, mentre il paesaggio mentale della nostra vita sta soprattutto a lato, permane dentro la coda dell’occhio, genera meno osservazioni acute e molti più sogni (nessuna arte, si sa, ha con il sogno un commercio intenso come l’architettura e l’urbanistica intesa come architettura del paesaggio). La vita di una città, di un quartiere, di una via, di un edifcio o di un insieme diedifci è sempre la somma drammatica della loro evoluzione nel tempo e delle diverse fotografe mentali che talora contribuiscono all’evoluzione e talora vi si oppongono in modo radicale. Ho conosciuto, per esempio, diverse persone che dichiaravano il loro amore incondizionato per il quartiere, degradato e spregevole per i più, in cui si ostinavano a vivere (Quarto Oggiaro, Milano); e penso che nessunritratto di quel quartiere sarebbe onesto se non includesse, in qualche modo, anche quell’amore. In questo senso nessun complesso edilizio, tra quelli da me conosciuti, presenta una ricchezza di spunti e di sorprese paragonabile a Les Olympiades di Parigi. 1 - Colpo d’occhio Les Olympiades è uno dei punti di Parigi più lontani da qualunque stazione metropolitana. Per raggiungerla dalla fermata piùvicina (Tolbiac) bisogna camminare per oltre mezzo chilometro. Noi vi proponiamo, se la giornata è bella, di aggiungere un altro mezzo chilometro e partire da Place d’Italie, dirigendovi verso sud lungo Avenue d’Italie. Potrete così godervi l’incrocio con la lunga Rue de Tolbiac, che è come una porta che unisce due mondi. Rue de Tolbiac è il quarto troncone di una vecchia rue du transit, ottochilometri nella parte sud della città, dal Pont Mirabeau al Pont de Tolbiac, che veniva usata da tutti quei viaggiatori che dovevano passare per Parigi senza sostarvi. È una via decentrata ma molto vecchia, e i francesi ce lo vogliono far sapere, scoperchiando qua e là il selciato per mettere in mostra la pavimentazione originaria, un grossolano pavé. Se Milano è la città del nascondimento e deicodici cifrati, Parigi ama viceversa esibire, svelare, decifrare tutto. Imboccata Tolbiac, eccovi immersi nel sud-est asiatico, con ristoranti, cafè, rosticcerie, friggitorie, negozi di generi alimentari e non (dove c’è memoria di povertà spicca comunque l’alimentare), banche, agenzie di viaggi, internet café, il tutto rigorosamente targato Cina, Taiwan, Myanmar, Cambogia, Vietnam, Laos, Tailandia,Malaysia. L’atmosfera è piacevole, i prezzi esposti molto bassi per essere a Parigi. Nel tratto di Tolbiac compreso tra le avenue d’Italie e de Choisy Les Olympiades, nonostante la loro mole, risultano pressoché invisibili, nascoste dagli alberi della via e coperti dalle proiezioni prospettiche dei tetti più vicini – anche se non si tratta di edifci molto alti. Solo dopo avenue de Choisy, incorrispondenza con una leggera curva a destra della via principale, le

prime torri, quelle più vicine a noi, cominciano a mostrarsi, lassù. Ci troviamo a non più di cento metri da un complesso abitativo che conta dai dieci ai tredicimila abitanti, e quasi non lo si vede. Anche una volta davanti alla scala mobile che ci porterà sulla grande spianata, l’entità di quello che stiamo per vedere sfugge...