Teoria Basson

Prof. Marta Panzeri – Corso di Psicologia della Sessualità a.a. 2012/13
IL MODELLO DELLA BASSON

La Basson, studiosa canadese, propone un nuovo modello di risposta sessuale femminile nel 2000. Fino ad allora era prevalso il modello che prevedeva che la donna rispondesse come l’uomo.
In realtà Masters e Johnson (1966) non si aspettavano di scoprire che la donna rispondesse come l’uomo e che lavagina avesse una risposta così pronunciata. Si aspettavano di trovare che la donna avesse un ruolo passivo; infatti un tempo si diceva che la donna è passiva e riceve. A me l’hanno ripetuto tante volte, soprattutto la nonna, forse perché non ero esattamente docile come ci si sarebbe aspettato da una bambina! Era un’etichetta psicologica che ti appiccicavano addosso. Viceversa l’uomo dovevaessere attivo e dare, e anche questa è un’etichetta pesante. Masters e Johnson hanno scoperto che al contrario la vagina è un organo attivo, che si adatta alle dimensioni del pene, che cambia le proprie dimensioni (sia larghezza che lunghezza), che secerne un liquido lubrificante, i cui muscoli si contraggono, sia involontariamente che volontariamente. Con i loro studi c’era stato un grosso cambiamentonel modo di considerare la sessualità femminile, ma non si era ancora pronti a pensare che anche la reazione di risposta sessuale potesse essere diversa nelle donne e negli uomini.
Per ragioni evoluzionistiche e psicologiche la Basson propone un modello di risposta sessuale diverso per le donne che hanno un rapporto stabile da almeno 6 mesi. Secondo l’autrice le donne possono rispondere comel’uomo in rapporti occasionali all’inizio di un rapporto, quando domina la passione e l’innamoramento; però quando un rapporto diventa di lunga durata prevalgono altre componenti e la donna si eccita sessualmente in risposta a stimoli diversi. È stata criticata moltissimo, se voi andate a vedere sulla rivista su cui lei ha pubblicato l'articolo, il Journal of Family and Marital Therapy, ci sono tantiautori che la criticano e l'attaccano. Questo è un buon segno perché vuol dire che l'articolo è buono, che suscita interesse o comunque ha suscitato un dibattito su una questione che non era stata ancora affrontata prima.
Per sviluppare questo modello la Basson si è basata su presupposti di tipo evoluzionistico. Durante l’innamoramento predomina una fase di eccitamento, perché c’è la produzionedi sostanze simili alle anfetamine, dopamina, noradrenalina e soprattutto feniletilamina (PEA), che creano uno stato di euforia costante (cioè la sensazione di essere tra le nuvole) e anche una grossa resistenza alla fatica (mangi di meno, dormi di meno, ti dà un sacco di energie…). Secondo alcuni studiosi dura per 3-4 anni, secondo me molto meno, sia perché il corpo non regge a lungo questi ritmi,sia perché solitamente non possiamo investire a lungo nell’innamoramento, perché investiamo anche in altre attività. Pensate alla nostra situazione attuale: siamo tutti impegnati a studiare, a lavorare, a tirare su figli, a fare cento altre cose, se ci innamoriamo dobbiamo investire sul partner e trascurare queste altre cose. Lo possiamo fare per un periodo limitato di tempo, 3-4 anni mi sembranotroppi.
Nella fase successiva, l'amore, viene invece prodotta l'endorfina, che, oltre a calmare il dolore, dà anche un senso di calma e di amore, di pace e tranquillità che aiutano a creare un legame stabile.
L’uomo[1] si eccita principalmente in risposta a stimoli visivi e tattili: uno stimolo tattile sul pene provoca un’erezione riflessa (perfino lo sfregamento dei jeans stretti sul peneprovoca un’erezione) mentre uno stimolo visivo (ad esempio il vedere una donna sexy o un’immagine pornografica) provoca un’erezione psicogena. L’erezione è involontaria e mediata da un sistema nervoso che è involontario; è importante spiegarlo alle coppie per evitare inutili gelosie (ci sono donne che si arrabbiano molto se il loro partner ha un’erezione in spiaggia quando passa una bella...