Cervantes Y Historia
Significato e importanza del Don Chisciotte [modifica]
Don Chisciotte in un'illustrazione di Gustave Doré
Lo scopo di Cervantes è sottolineare l'inadeguatezza degli intellettuali dell'epoca a fronteggiare i nuovi tempi che correvano in Spagna[senza fonte], un periodo storico caratterizzato infatti dal materialismo e dal tramonto degli ideali[senza fonte], econtraddistinto dal sorgere della crisi che dominerà il periodo successivo al secolo d'oro appena conclusosi.
Il primo fine del romanzo, dichiarato esplicitamente nel Prologo dallo stesso Cervantes, è quello di ridicolizzare i libri di cavalleria e di satireggiare il mondo medievale, tramite il "folle" personaggio di Don Chisciotte; in Spagna, la letteratura cavalleresca, importata dalla Francia, avevaavuto nel Cinquecento grande successo, dando luogo al fenomeno dei "lettori impazziti".
Cervantes vuole inoltre mettere in ridicolo la letteratura cavalleresca per fini personali. Infatti, egli fu soldato, combatté nella battaglia di Lepanto e fu un eroe reale (ovvero impegnato in battaglie reali in difesa della Cristianità), ma trascorse gli ultimi anni della sua vita in povertà (leggenda vuoleche Cervantes trascorse gli ultimi suoi anni di vita in carcere), non solo non premiato per il suo valore, ma addirittura dimenticato da tutti. Egli cioè vuole opporsi al comune sentire a proposito degli eroi immaginari della letteratura cavalleresca: completamente inesistenti e di fantasia, ma esaltati all'inverosimile dalla gente comune e non solo. In altre parole, Cervantes desidera riequilibrarele opinioni della gente sul valore reale dei soldati della cristianità a discapito degli eroi immaginari dei libri cavallereschi.
Inoltrandosi nella lettura, subito dopo le prime avventure, Don Chisciotte perde gradualmente la connotazione di personaggio "comico" e acquista uno spessore più complesso. Lo stesso romanzo diventa ben presto molto più che una parodia o un romanzo eroicomico. Il"folle" cavaliere mostra al lettore il problema di fondo dell'esistenza, cioè la delusione che l'uomo subisce di fronte alla realtà, la quale annulla l'immaginazione, la fantasia, le proprie aspettative, la realizzazione di un progetto di esistenza con cui l'uomo si identifica.
Nel Don Chisciotte ogni cosa può essere soggetta a diversi punti di vista (ad esempio i mulini a vento diventano deigiganti), il che fa perdere chiaramente l'esatta concezione della realtà. Nell'opera di Cervantes è presente una dimensione tragica che dipende dall'inesistente corrispondenza fra cose e parole: le vicende cavalleresche ormai sono parole vuote, ma Don Chisciotte a causa della sua locura ("pazzia", in spagnolo) non se ne accorge e cerca di ristabilire i rapporti fra realtà e libri. A fare da contraltarealle farneticazioni di Don Chiscotte c'è Sancho Panza, che ogni volta interpreta correttamente le vicende molto terrene e mondane che il padrone scambia per mirabolanti avventure. Abbiamo quindi l'anziano hidalgo idealista fino a perdere la ragione e la rispettabilità e il popolano coi piedi fermamente piantati per terra e buon senso, che si fa però trascinare in disastrose imprese abbacinato...
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