Giddens
Che cos'è la sociologia?
L'uomo moderno vive immerso in una situazione di disagio interiore. Alla base di questa sensazione vi sono i mutamenti di struttura delle grandi società continentali. Non si può comprendere la vita dei singoli a priori di quelli della società, e viceversa. Gli ultimi due secoli di storia hanno visto il mondo modificarsi completamente, a causa di grandicambiamenti ideologici, tecnologici, politici e istituzionali. Gli uomini avvertono che gli antichi valori e modi di pensare sono crollati, e che gli inizi nuovi hanno l'incertezza di una stasi morale. L'uomo ha bisogno di una qualità della mente che lo aiuti ad arrivare ad una lucida sintesi di quel che accade e può accadere nel mondo. Questa qualità è l'immaginazione sociologica. Tale abilitàserve all'uomo per valutare il contesto dei fatto storici nei suoi riflessi sulla vita interiore e sul comportamento esteriore di tutta una serie di categorie umane; serve, insomma, per trovare le cause del disagio personale dei singoli nei turbamenti oggettivi della società, trasformando la pubblica indifferenza in interesse per i problemi pubblici.
Questa facoltà ci permette di capire, in primoluogo, che l'individuo può essere compreso e valutato solamente all'interno dell'epoca storica in cui vive. E' la facoltà che tutti i sociologi classici possiedono.
La distinzione principale su cui lavora l'immaginazione sociologica contrappone le difficoltà personali d'ambiente ai problemi pubblici di struttura sociale.
Le difficoltà sono connesse con l'interiorità dell'individuo, e con quellezone circoscritte di vita sociale delle quali è direttamente e consapevolmente conscio. Le difficoltà sono questioni personali, consistono nella sensazione di minaccia verso i propri valori che l'individuo prova.
I problemi sono questioni pubbliche, e si riferiscono all'organizzazione dei diversi ambienti istituzionali all'interno di una società. Un problema implica spesso una crisi di istituzioni.Ad esempio, se in un paese, su mille abitanti, uno solo è disoccupato, questa disoccupazione si rivela essere una sua difficoltà personale. Ma se nello stesso paese, su mille abitanti cento sono disoccupati, allora è un problema.
Quando i nostri valori non vengono minacciati, si ha una sensazione di benessere. Quando invece li si sente minacciati, si è in crisi. Se tutti i valori vengonominacciati, allora è lo sgomento totale, il panico. Quando tuttavia non si predilige alcun valore né si sente alcuna minaccia, si è nell'indifferenza, che diventa apatia quando coinvolge tutti i valori. Quando infine non si predilige alcun valore, ma si sente un forte senso di minaccia incombente, si prova disagio.
I nostri sono tempi d'indifferenza e disagio. E il compito dei sociologi è ricercarnele cause e trovarne la soluzione.
In ogni età vi è un modo di pensare che tende a divenire denominatore comune della vita culturale. Al giorno d'oggi la scienza è un denominatore comune. Non è il solo, ovviamente, perchè al suo fianco ne esistono tanti altri. Uno di questi è proprio l'immaginazione sociologica.
Per molto tempo l'uomo ha dato per scontato il rispetto per la scienza. Ma oggigenera spesso paura e incertezza. La sentita necessita di rivedere la scienza, o almeno i suoi obiettivi, rispecchia la necessita di un nuovo denominatore comune. La scienza appare come un complesso di macchine azionate da tecnici e controllate da uomini dell'economia e della guerra, che non la rappresentano più come etica e orientamento.
La sociologia tende a muoversi in almeno tre direzionigenerali:
La prima tendenza è quella verso una teoria della storia. La sociologia appare come un tentativo enciclopedico, che abbraccia tutta la vita sociale dell'uomo. E' un tentativo storico e stico-sistematico, perché tratta del passato e se ne serve, e perché tenta di schematizzarlo in fasi, evidenziando regolarità della vita sociale. I protagonisti sono Comte, Marx, Spencer, Weber.
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