Latino Volgare

Páginas: 39 (9619 palabras) Publicado: 7 de febrero de 2013
Il VOCALISMO TONICO DEL LATINO VOLGARE

Nel latino classico aveva grande importanza la quantità delle vocali, le quali si dividevano in due serie: le vocali brevi ( Ĭ Ĕ Ă Ŏ Ŭ ) e le vocali lunghe (Ī Ē Ā Ō Ū). Queste ultime dovevano possedere approssimativamente una durata doppia rispetto alle prime, per esempio: Ā =ĂĂ. L'alternanza di una vocale breve con una vocale lunga bastava da sola adistinguere i significati di due parole:
VĔNIT "egli viene" ma VĒNIT "egli venne"
PŎPŬLUS "popolo" ma PŌPŬLUS "pioppo"

Nel latino parlato la differenza tra vocali brevi e vocali lunghe era accompagnata da un diverso timbro: le brevi erano pronunciate aperte, le lunghe chiuse. La differenza di quantità fu ben presto sostituita da tale differenza di timbro:cioè in una fase recente del latino parlato la differenza tra vocali brevi e vocali lunghe cessò di avere una rilevanza e fu sostituita da una differenza basata sul timbro. Questo mutamento e, al tempo stesso, la fusione di alcune coppie di vocali che non possedevano apprezzabili differenze di timbro, determinarono la nascita di un nuovo sistema vocalico italiano.


|Latino classico|Ī |Ĭ Ē | Ĕ |Ā Ă | Ŏ | Ō Ŭ | Ū |
|Italiano | I | e | ε | a | ɔ | o | u |

Lo schema, che vale soltanto per le vocali toniche, riporta nella seconda riga le sette vocali toniche dell'italiano; queste dunque provengono da un mutamento che è avvenuto nel latino volgare. Vediamo qualche esempio:SPĪNA(M) > spina
PĬLU(M) > pélo TĒLA(M) > téla
FĔRRU(M) > fèrro
MĀTRE(M) > madre PĂTRE(M) > padre
ŎCTO > òtto
SŌLE(M) > sole NŬCE(M) > nóce
LŪNA(M) > luna

Nota bene: le parole del latino volgare (e quindi dell'italiano) hanno quasi sempre come punto di partenza l'accusativo; ètale caso (non il nominativo) che va preso in considerazione nella prospettiva dell'italiano; la -M dell'accusativo è messa da noi tra parentesi perchè non era pronunciata nel latino parlato.
In sillaba aperta o libera, cioè terminante in vocale, /ε/ si dittonga in / jε / e / ɔ / si dittonga in /w ɔ /:
PĔDE(M) > piede
BŎNU(M) > buono
Un altro aspetto importante del vocalismo è lamonottongazione, cioè la riduzzione dei dittonghi AE, OE e AU a una vocale semplice: AE si monottonga in /ε/, che - come abbiamo visto - in sillaba aperta si dittonga in /jε/; OE si monottonga in /e/ ; AU si monottonga in / ɔ /. Per es.:
LAETU(M) > lieto
POENA(M) > pena
AURU(M) > oro

Il dittongamento
Nel toscano il dittongamento di /ε/ in /jε/ e di / ɔ/ in /wɔ/ è determinato dalla struttura apertadella sillaba e non già dalla vocale finale, come avviene invece nei dialetti italiani centro-meridionali.
Tuttavia, in molte parole il dittongo manca per varie cause: per es. il mancato dittongamento di bene, era, nove è dovuto alla posizione proclitica in cui questi vocaboli si vengono frequentamente a trovare, cioè al fatto che essi appoggiano il loro accento sulla parola successiva (cfr.espressioni come ben detto, era tardi, nove anni) e di conseguenza la loro vocale tonica è tratatta come se fosse atona e in quantto tale non si dittonga. In numerose forme verbali, il dittongo è stato eliminato per analogia con le altre forme accentate sulla sillaba successive: levo come levai, levare. In alcune parole come gelo e gemo la i è stata assorbita dalla affricate palatale precedente.Il dittongo tende poi a ridursi alla vocale semplice dopo un suono palatale: FILIŎLUM > figliuolo > figliolo, AREŎLA >aiuola> aiola; il dittongo si riduce anche dopo “r” : PRĔCO > priego > prego, PRŎBO > pruovo > provo. Infine, il dittongo manca in molte parole di origine dotta (latinismi) : specie, secolo, popolo.


La monottongazione


I dittonghi AE e OE si monottongano già...
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