La Donna Nell'Al Andalus

La donna nell’Al-Andalus
La donna, indipendentemente dalla sua classe sociale o statuto giuridico, ha occupato sempre nella storia dell’al-andalus una posizione subordinata rispetto a quella dell’uomo, posizionato nella cima (cuspidale) della piramide politica e sociale.
Questo disquilibrio è il riflesso fedele del momento in cui l’Islam sorse : la società della Penisola dell’Arabia del secoloVII. Si trattava di una società patriarcale e patrilineare. L’uomo era colui che provvedeva al sostentamento, era il protettore e ed era la persona sulla quale ricadeva il dovere di mantenere la famiglia, mentre la donna era ad un livello intermedio tra gli animali e l’uomo, visto che si considerava una cosa da possedere, appunto un oggetto. In questa struttura familiare di corte patriarcale sidifferenziavano i ruoli di generi e si stabiliva una netta divisione sessuale del lavoro. In questo modo, le donne, escluse dall’ambito pubblico restavano relegate all’ambito privato dove si occupavano fondamentalmente del mantenimento delle attività domestiche,della cura del marito e dei figli. Il modello di donna ideale che regnava in questa società era quello di una donna onorata e “privata”,relegata all’ambito del focolare visto che era la portatrice dell’onore tribale e familiare.
Obiettivo della tesi è quello di analizzare a grandi linee il ruolo della donna musulmana nella società andalusa partendo da una premessa fondamentale: non c’è una donna andalusa, ma molte donne in situazioni differenti che dipendono da varianti cronologiche, sociali e geografiche.
Analizzerò le variefonti che esistono per lo studio della donna medievale musulmana come guida per sviluppare le principali caratteristiche della donna nella società andalusa. Per questo farò riferimento a numerosi autori grazie ai quali siamo venuti a conoscenza di preziose notizie.
Senza dubbio, non bisogna dimenticare due fattori:
1) Ci sono giunti solo alcuni dati attraverso autori che presatvano piùattenzione alle descrizioni delle classi dirigenti.
2) I limiti che impongono le fonti scritte dell’epoca andalusa impediscono un avvicinamento più complesso alla vita delle donne e, in generale, al congiunto della società andalusa.
Nonostante queste limitazioni, dalla decade degli 80 del secolo passato gli studi di genero per lo studio della società andalusa si sono ampliati.
Attraverso lo studiodi queste fonti veniamo a conoscenza anche del congiunto della società andalusa, per cui circa la religione, i diritti, la vita quotidiana, forma di espressione, di vestire, comportamenti, ect ect.
In definitiva, mi concentro su queste caratteristiche delle donne andaluse per poi analizzare i possibili spazi occupati da queste donne, di classe alta o popolare, nella zona palatina e nella medinadell’Alhambra.
Tratto da AL-ANDALUS Pierre Guichard
Orientalizzazione o Occidentalizzazione della società andalusa attraverso il tema della donna: la donna libera e la donna schiava. La donna libera, che, essendo di origine ispanica durante i primi secoli in una grande proporzione, presupposto che i conquistatori arabi e berberi portavano con se pochissime donne nei loro eserciti, furonocostretti a unirsi alle native, questo contribuì a modificare in certa forma i costumi e gli usi degli invasori, facendo si che la nuova società ispano-araba avesse alcune caratteristiche peculiari rispetto all’Oriente.
D’altra parte, la donna schiava-colta, formata principalmente nelle scuole orientali o in quelle che si crearono in Al-Andalus per tal fine, fu un elemento di orientalizzazione visto cheportava con se le mode e le forme di vita tipicamente orientali.
Questo flusso e riflusso tra due culture differenti produssero una società con alcune caratteristiche peculiari, che si riflettono nella situazione della donna, con relazione all’Oriente per una parte e al resto dell’Europa per l’altra.
Ci sono differenti vie per mezzo delle quali possiamo intraprendere lo studio della realtà...