Niccoló Paganini
Il virtuosismo violinistico
di Nicolò Paganini
Ipotesi di un metodo tra mito è realtà
Prefazione di Arnaldo Bagnasco Analisi delle Variazioni sopra l’Inno Rivoluzionario della Carmagnola per violino con accompagnamento di chitarra Intervista a Franco Mezzena
ARACNE
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I edizione: novembre 2004
Indice
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Prefazione di Arnaldo Bagnasco Introduzione PARTE PRIMA La vita e le opere I. II. Notizie bibliografiche Le opere
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PARTESECONDA Ipotesi sul metodo paganiniano III. IV. V. VI. VII. Ipotesi e metodi Anatomia Paganini e lo strumento Il Paganini pubblico Le teorie sul metodo
31 33 53 77 91 101
APPENDICE Le Variazioni sulla Carmagnola I. II.
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Analisi delle Variazioni sopra l’Inno Rivoluzionario della Carmagnola per violino con accompagnamento di chitarra 115 Intervista a Franco Mezzena 149 155 163Bibliografia Ringraziamenti
Prefazione
A
ddentrarsi nel mistero del talento di Paganini è emozionante ed avventuroso. Ma è soprattutto un atto dovuto, dopo aver preso coscienza di alcuni aspetti sorprendenti e drammatici della geografia di un artista che non ha mai smesso di stupire. Paganini ha sorpreso il mondo della musica con la sua arte, ha goduto di una fama eccezionale. Si può direche con le sue virtù e stravaganze sia diventato leggendario e, ancora oggi, mitico. La leggenda gli procurò onori e glorie, ma la vita fu talvolta difficile, creandogli non pochi nemici e ostacoli. Soprattutto il suo scandalismo “diabolico”, gli procurò varie ostilità tra cui emerse quella dei parrucconi e dei benpensanti. Anche questa pubblicazione di Davide Ambrogi mi piace considerarla un attodovuto, cioè un episodio di quel risarcimento che gli dobbiamo per alcuni soprusi imperdonabili. In vita c’è una cosa che Paganini avrebbe voluto fare: diventare direttore del teatro Carlo Felice di Genova. Le sue qualità erano indiscutibili, i suoi requisiti erano superiori a qualsiasi concorrenza, ma egli fu umiliato e offeso.Ma questo è nulla rispetto a ciò che Genova gli ha riservato al momentodella morte. Il suo cadavere, prima è stato in quarantena su una nave, poi è stato rifiutato per intervento dell’autorità ecclesiastica, sempre per l’accusa di diavoleria. Sette anni il corpo di Paganini ha atteso per essere degnamente sepolto a Parma, dove lo accolsero col dovuto rispetto. E non è ancora tutto: negli anni settanta il comune di Genova, sullo slancio di un’imponente operazioneurbanistica che distrusse una fetta di centro storico, demolì anche la casa di Paganini.
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Prefazione
Ecco perché ritengo che ogni atto di amore e stima gli è dovuto, e mi piace considerare questo lavoro di Ambrogi, scritto con piglio non convenzionale e denso di attenzione e di curiosità alla sua vita e alla sua arte, soprattutto come una riflessione affettuosa. Arnaldo BagnascoPresidente di Palazzo Ducale di Genova
Introduzione
Italia di inizio Ottocento vede apparire alla ribalta della musica mondiale una figura alquanto inquietante: il corpo esile, quasi inesistente, a sorreggere i vestiti fuori moda, un frac nero con pantaloni tubolari stretti e un plastron a cingergli il collo; i capelli lunghi, lisci, unti e trascurati delimitano lo sguardo languido che, incavato indue grosse palpebre e da due sporgenti arcate sopracciliari, sovrasta il naso aquilino, il quale domina il viso dagli zigomi marcati e pallidi e coperto da una barba incolta nella quale si notano, come due lembi d’una ferita, le piccole labbra perfettamente orizzontali, sottili ed esangui. I suoi movimenti altrettanto inusuali, scomposti e scordinati, fanno pensare che possa essere mossa da fili...
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