Rapporti Reciproci Fra Teologia E Comunicazione

RAPPORTI RECIPROCI FRA TEOLOGIA E COMUNICAZIONE
Dopo aver visto la centralità della realtà della comunicazione nell’essere e nell’agire
dell’uomo nella cultura contemporanea, e nell’essere e nell’agire della Chiesa, che fa appello al
fides quaerens intellectum, il presente capitolo prenderà in esame, sia le diverse maniere di accostare
la relazione fra teologia e comunicazione così come èstata intesa dai diversi autori, sia gli approcci
teologici alla comunicazione che solitamente vengono intesi come teologia della comunicazione, ai fini
di capire se questi approcci siano sufficienti per fondare una disciplina teologica nell’ambito della
comunicazione.
Questo capitolo ci servirà, non soltanto per mettere in luce la complessità e la ricchezza
dell’argomento ma, sopratutto, cifornirà alcuni elementi che saranno alla base, sia dello studio
della natura e della finalità della teologia della comunicazione, sia della stessa speculazione
teologica.
1.1.

Modalità di porre in relazione la teologia e la comunicazione

L’espressione “teologia e comunicazione” è un enunciato polivalente, una relazione
pluridimensionale.
Prima di addentrarci nello studio della natura efinalità della teologia della comunicazione,
dovremmo compiere un percorso che ci mostri lo status quaestionis delle diverse relazioni esistenti
fra teologia e comunicazione, allo scopo di poter vedere i diversi aspetti tramite i quali esse si
relazionano e tenerne conto, al momento di stabilire la possibilità dell’esistenza di una teologia
della comunicazione, la sua posizione epistemologica, lametodologia e gli argomenti di cui
dovrebbe occuparsi.
Sotto il titolo “teologia e comunicazione” si può trovare un’amplissima gamma di articoli
e di studi che mettono in relazione, in diverse maniere, la teologia con la comunicazione, dal
momento che la dizione “teologia e comunicazione” è un enunciato che raggruppa un insieme di
prospettive diverse. Questo enunciato, quindi, non presentaun unico percorso relazionale, un
argomento univoco, ma una quantità di nessi diversi che si stabiliscono, seguendo di volta in volta
la sottolineatura, tanto teologica quanto della comunicazione, che si segue. Tali nessi sono tutti
validi, necessari e complementari – come segnalano i diversi autori che trattano i nostri argomenti
– poiché siamo di fronte a due realtà che non soltanto sonocaratterizzate da diversi aspetti tramite
i quali si relazionano fra di loro, ma entrambe possiedono, al proprio interno, una tale ricchezza,
che non permette che siano trattate come un unico argomento, un’unica tematica, un’unica
maniera di avvicinare i rispettivi mondi, proprio perché hanno un proprio oggetto di studio, una
propria metodologia e perfino i propri specialisti1. Potremmo dire chesi tratta di due “costellazioni
disciplinari” messe in relazione tra loro.
Quindi, l’enunciato “teologia e comunicazione”, da una parte è molto utilizzato da
numerosi autori per compiere degli accostamenti fra questi temi senza necessità di dover cercare
una giustificazione epistemologica di tale relazione – quando non viene esplicitamente negata a
livello di possibilità, come vedremo piùavanti –, dall’altra, questo enunciato, è stato oggetto di

1

Cfr. PHELAN, J., Affinity and conflict between theology and communication, in «Media Development» 28
(4/1981), pp. 20-23.

studio di quasi tutti gli autori che abbiamo preso in esame, i quali hanno inteso lavorare
teologicamente sulla comunicazione, perché la problematica intorno al binomio “teologia e
comunicazione-teologiadella comunicazione” è stata presentata come un argomento al quale ormai
nessun autore che intenda trattarlo, si può sottrarre o evitare di prendere una posizione al
riguardo.
Inoltre, sotto il titolo “teologia e comunicazione” esiste un’amplissima gamma di studi,
non soltanto per la quantità – assai più ampia di quelli sulla teologia della comunicazione – ma
anche per la tipologia dei lavori,...