Ricordi : Dalla Padania Alla Pampa Argentina

RICORDI :
dalla Padania alla Pampa Argentina

Sono nato, a Visnadello , provincia di Treviso, il giorno dopo di Natale del 1945; la guerra era finita da pochi mesi e dai racconti di mia Mamma e mio Papa’ immagino la delusione, dato che aspettavano una femminuccia, dato che avevano gia’ un maschietto di 3 anni , Nandino.
Devo essere stato uno degli ultimi bambini nati in casa per partonaturale!!!
Di li a poco sarebbe arrivato il progresso e la modernita’ e a Visnadello non sarebbero piu’ nati bambini perche’ tutte le mamme andavano a partorire in ospedale a Treviso.

I miei primi ricordi devono essere del 1949: vivevamo in una casa grandissima di 4 piani con un bellissimo giardino con alberi di 300 anni ed un piccolo lago : era inverno , ero nella grande cucina dovescoppiettava il fuoco nella cucina economica ed io ero il favorito di mia nonna Giovannina , una persona buonissima e meravigliosa , che passava tutto il tempo a pelare patate, a cucinare e a lavare la biancheria, che allora si lavava a mano e a rammendare calzini, camice etc. . Ricordo che mi disse che le portassi della legna da mettere al fuoco e dato che io ubbidii prontamente mi disse che io sareidiventato il bastone della sua vecchiaia, mi abbraccio’ e mi bacio’ stretto stretto.
D’inverno la vita si svolgeva attorno alla cucina ed alla stufa a legna. Non c’era il gas per cucinare, ne tanto meno per scaldare gli ambienti enormi della casa e di legna ne serviva tanta. Per riscaldare le camere da letto ed il bagno si usavano stufe a legna di terracotta e per scaldare il letto si usavano dellebottiglie di rame che si riempivano di acqua bollente: ricordo che qualcuna di queste bottiglie era ricavata dai bossoli di cannone della prima guerra mondiale, opportunamente modificati dal fabbro del paese.
Uno dei compiti miei era di aiutare le domestiche a riempire le bottiglie di acqua calda e di portarle nei letti poco prima di andare a dormire, verso le 9 di sera. Mio fratello maggioreAttilio Ferdinando detto Nandino, aveva l’incarico di chiudere i balconi di legno enormi e pesantissimi che ogni sera si chiudevano alle 5 di sera d’inverno ed alle 9 d’estate. La casa , che in realta’ era una villa Patrizia che era stata nel 1700 la dimora estiva del Doge Andrea Gritti , Doge della Repubblica di Venezia, era enorme; al centro della casa c’erano 3 saloni di 13metri x 9 metri ,uno al piano terra, uno al primo piano ed uno al secondo piano , poi al terzo piano c’era un salone un po piu’ piccolo e misterioso. Le camere da letto erano di 8 metri per 10 con soffitto a 4mt di altezza e si puo’ facimente immaginare il freddo che faceva d’inverno, quando la temperatura esterna scendeva anche a 10º sottozero!!!La villa di Visnadello


Da sinistra: zia Mariuccia, zia Cenzina, mamma Maria Pia, e la cugina Nilde



Ogni camera da letto aveva la sua stufa a legna che veniva accesa verso le 5 del pomeriggio dalle domestiche, coadiuvate da noi 2 bambini della casa che le facevamo disperare , dato che volevamo usare noi i fiammiferi, col pericolo di incendiare i pavimenti che erano tutti dilegno.
Nella casa oltre a mio papa’ , Clito ed a mia mamma Maria Pia, vivevano i nonni materni Giovanni Sartori e Giovannina Sartori, mio zio Gigi Sartori, scapolo e fratello maggiore di mia madre ed almeno 2 domestiche che dormivano nella casa e venivano aiutate spesso da altre vecchie donne giornaliere, quando si lavavano le lenzuola o si facevano pulizie straordinarie della enorme casa: io eNandino le chiamavamo ‘’le grandi manovre’’ ¡!!
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I nonni avevano lo stesso nome e lo stesso cognome,









La nonna Giovannina
Giovanni Sartori e Giovannina Sartori, ma non erano parenti neanche alla lontana.


Il nonno Giovanni Sartori
I miei genitori decisero di chiamarmi Giovanni in omaggio ai due nonni materni.
Mio Nonno Giovanni aveva comperato la...