Amar Azul

na storia d’altri tempi, di pri-
ma del motore. Il pantano
della Zittola è un anfiteatro natu-
rale, una nicchia ecologica, un’oa-
si per cicogne e aironi di passag-
gio. Scenari da Camargue,scorci
da Far West, sequenze che sem-
brano rubate dal cartone anima-
to «Spirit». Invece è un angolo di
Molise nella provincia di Isernia.
Un piccolo paese di 580 anime in
via d’estinzione. Consolo 10 ra-
gazzi, anche la scuola rischia di
chiudere. È questo il regno incon-
trastato dei cavalli pentri, che
per 360 giorni l’anno, scorazzano
liberi allo stato brado. Se piove
salgono aripararsi nei boschi di
querce, scendendo per abbeve-
rarsi in tarda mattinata. Perché
la palude di Montenero Valcoc-
chiara è unica, almeno in Italia.
Più di duemila ettari, a 800 metri
U
OasiLa palude
di Monte-
nero
Valcocchia-
ra, l’ultimo
rifugio
dei cavalli
pentri
d'altezza.
Ogni cavallo è stato battezza-
to, nel senso che ha un nome,
spesso di persona. Una volta si
davasolo alla madre che guidava
gli spostamenti. Poi l’università
di Campobasso ha istituito un re-
gistro. Oggi sono quasi 500 i ca-
valli pentri all’anagrafe. «La natu-
ra li ha forgiati», spiegaCarlo
Scalzitti, allevatore e assessore al-
l’Agricoltura di Montenero Val-
cocchiara. «In questa palude non
potrebbero vivere altri animali:
loro hanno un genoma diverso
da altri cavalli, compresii ma-
remmani dell’Appennino, sono
un ceppo a parte di cui è stata ri-
conosciuta la biodiversità».
Ci sono stati anni in cui, sul
mercato, i cavalli pentri andava-
no a ruba per la capacità diresi-
stere a ogni fatica e a ogni tempe-
ratura (tre anni fa il termometro
a Montenero è sceso venti gradi
sotto zero). Negli anni delle gran-
di guerre venivano precettati dal-
l’esercito,prima della crisi degli
Anni ’50, quando da Montenero
si emigrava per cercare fortuna
altrove e di conseguenza anche i
cavalli senza i loro allevatori di-
minuirono. Perché in ogni fami-
glia c’è...