Historia

Páginas: 36 (8936 palabras) Publicado: 8 de marzo de 2013
Walter Lippman
“L’opinione pubblica”



-IL MONDO ESTERNO E LE IMMAGINI CHE CE NE FACCIAMO
Il testo di Lippman si apre con un esempio di assoluta efficacia : egli intende cominciare la trattazione esponendo la forte ambivalenza tra il mondo reale,ovvero il cio’ che nel concreto viviamo ogni giorno attraverso l’esperienza diretta,ed il mondo esterno,che di fatto non possiamo vedere e che ciè,quindi,raccontato; da qui la storia dell’isola nell’oceano ,dove nel 1914 un gruppo di inglesi ,francesi e tedeschi per ben sei mesi aveva convissuto amichevolmente non sapendo che , nel resto del mondo,i loro popoli erano ormai nemici in guerra.
Ed è proprio guardando al passato che ci è possibile riconoscere quanto sia veritiera la tesi iniziale di Lippman : se possediamo del mondo un immagineche riteniamo veritiera essa ricade nel nostro agire verso l’ambiente stesso.Esattamente come il monaco Cosma chiamato a descrivere “l’opinione cristiana attorno al mondo” si sarebbe terrorizzato se avesse saputo delle intenzioni di Magellano , in quanto era opinione diffusa che la terra fosse piatta , e che non fosse dunque possibile raggiungerne gli antipodi.
La vita stessa degli uominipotenti si fonda sull’aspetto duplice di una vita pubblica ,dove l’immagine va curata e costruita,ed una vita privata che spesso non coincide assolutamente con la prima motivo per il quale “nessun uomo è un grande uomo per il suo cameriere”.
I simboli sui quali l’opinione pubblica si fonda sono sottoposti a numerosissimi controlli confronti e discussioni,che portano solitamente a un equilibrio tragli interessi in gioco.Lippman spesso richiama avvenimenti dell’appena trascorso conflitto mondiale ed ecco che precisa come appena dopo l’armistizio il simbolo dell’unità alleata,di per sè precario,svani’ immediatamente nell’immaginario collettivo,cosi’come le immagini simboliche dei capi di stato,divenuti per il popolo “amministratori di un mondo deluso”.
Per qualunque società a meno che non siatalmente piccola da render possibile la conoscenza di tutto cio’ che accade,le idee si riferiscono a qualcosa al di fuori del nostro campo visuale,che noi cerchiamo di figurare.ed ecco perchè tendiamo ad accettare notizie e racconti anche se non possiamo averne le prove dirette,talvolta ne siamo cosi’ certi da diffondere noi stess notizie che non potremmo dimostrare,ma nelle quali crediamocomunque.
Lippman ci parla di uno pseudo – ambiente ( l’insieme delle finzioni da noi stessi fabbricate che necessitiamo per rappresentare a noi stessi l’ambiente) che va ad inserirsi tra l’individuo e l’ambiente reale: il comportamento stesso dell’individuo è una reazione al suo pseudo ambiente,che va pero’ ad avere degli effetti sull’ambiente reale.Talvolta questa rottura passa inosservata , altrevolte,quando vi è una reazione da parte di terzi colpiti dalle conseguenze della nostra azione ,la contraddizione si sviluppa subito.La finzione non è necessariamente fuorviante ,tantomeno menzognera ,semplicemente l’ambiente reale è troppo grande e complesso per consentirci una conoscenza diretta, e siamo costretti a ricostruirlo su un modello più semplice,per venirne a capo.
Studiando il concettodi opinione pubblica va tenuto a mente il fondamentale rapporto triangolare esistente tra la scena dell’azione ,la rappresentazione che l’uomo si fa di questa e infine la reazione a questa rappresentazione.Possiamo proporre a riguardo l’esempio della discussione che un articolo del”Washington Post” suscitò al Senato degli Stati Uniti nel 1919, riguardante lo sbarco di alcuni marines americanisulle coste della Dalmazia , di fatto non era un avvenimento consolidato e non si era svolto nei termini indicati dal quotidiano,ma la rappresentazione che i politici si erano fatti della notizia li porto’ ad accettarla a priori,discutendone a lungo ,per poi comprendere di aver discusso sul nulla.
Gli uomini di fatto vivono nello stesso mondo ,ma pensano e sentono in “ mondi diversi”,quelli dei...
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