Carlo goldoni

Carlo Goldoni nacque nel 1707 da una famiglia borghese a Venezia.
Il padre che svolgeva la professione di medico, era sempre in movimento tra diverse città italiane, in cerca di una sistemazione economica; chiamò il figlio presso di sé a Perugia, dove compì i primi studi presso i Gesuiti e in seguito si dedicò agli studi superiori a Rimini, da cui fuggì a Chioggia su una barca di comici,affascinato dalla vita avventurosa che conducevano i teatranti.
Nel 1723, a Pavia, prese parte ai corsi di giurisprudenza del collegio Ghislieri, ma fu espulso per aver scritto una satira contro alcune ragazze della città.
Seguirono anni di continui spostamenti finché, nel 1731, morto il padre, si laureò in legge a Padova e cominciò la professione nella città natale, a causa della necessità diprovvedere alla madre.
Contemporaneamente però Goldoni maturò un vivo interesse per il teatro: grazie alle letture approfondite della letteratura italiana e straniera e ai frequenti contatti con il mondo scenico, questa sua predisposizione per il teatro, già annunciata dai primi anni, venne notata dal capocomico Giuseppe Imer che lo incaricò di scrivere testi per il teatro da lui diretto, il SanSamuele.
I nove anni di collaborazione con Imer costituirono un periodo di apprendistato e di crescita per Goldoni, il quale si cimentò in generi diversi di opere teatrali, come tragedie e melodrammi, ma raggiunse i risultati migliori in alcuni intermezzi comici (brevi rappresentazioni, spesso danzate, da recitarsi tra un atto e l’altro) e in commedie. Durante la sua attività, Goldoni avviò unagraduale “riforma” del teatro comico con un atteggiamento polemico nei confronti della Commedia dell’Arte, divenuta ormai ripetitiva e volgare. Da questa sua occupazione, però, non ricavava ancora alcun vantaggio economico, finché non firmò nel 1748 un contratto quadriennale con il capocomico Girolamo Medebac, la cui compagnia recitava al teatro Sant’Angelo: il contratto lo impegnava nella stesura diotto commedie l’anno ricevendo un compenso fisso che lo portò a diventare un vero e proprio scrittore di teatro per professione.
Nel 1753 abbandonò la compagnia a causa di qualche attrito con essa, e passò al teatro San Luca di proprietà del nobile Francesco Vendramin. Seguì un periodo di crisi, poiché intorno alla commedia goldoniana si infittirono le polemiche, soprattutto ad opera di CarloGozzi, un letterato aristocratico e conservatore, che proponeva un teatro affine alla Commedia dell’Arte, riscontrando il favore negli spettatori.
Amareggiato dal successo dell’avversario, Goldoni si recò a Parigi nel 1762 per dirigere la “Comedie italienne”, compagnia teatrale sotto la protezione del re in cui lavoravano attori di professione italiani. Qui Goldoni dovette necessariamente rinunciare alottare per la sua riforma, poiché le sue novità incontrarono la freddezza del pubblico parigino, abituato alla commedia “all’improvviso”.
Nel 1765 si trasferì alla corte di Versailles come maestro di lingua italiana delle figlie del re Luigi XV, ottenendo una modesta pensione che gli verrà revocata dopo lo scoppio della Rivoluzione. Morì nel 1793, in miseria.



Il teatro come impresacommerciale: Goldoni scrive per il mercato.

Nel XVIII secolo Venezia non rivestiva più quel ruolo di grande potenza che aveva esercitato a livello mondiale nei secoli di maggiore splendore, perciò, trovandosi nella stretta delle due superpotenze dell’epoca, Austria e Spagna, scelse la strategia della neutralità politica, garantendosi un lungo periodo di pace. Questo favorì alla città uno svilupposul piano culturale: vi erano ben diciassette teatri, per una popolazione di soli 140 000 abitanti. Inoltre le rappresentazioni erano molto seguite, perciò Venezia possedeva ogni mezzo necessario alla creazione di una vera e propria industria dello spettacolo: il teatro diventa un’impresa commerciale, che deve essere produttiva e di conseguenza incontrare i gusti del pubblico pagante.
Goldoni...